Bilancio Catania: ecco cosa dicono i conti del club. Riflessioni per il futuro…
In attesa della fine del 2024 il Catania e della sfida con il Sorrento, è tempo in tutti i sensi di bilanci. Da un’attenta analisi del bilancio del club etneo al 30 giugno 2024, presentata l’8 ottobre, il primo aspetto importante da sottolineare è la perdita di 10,7 milioni con cui si è chiuso l’esercizio della stagione 2023/24, colmato da Pelligra con la rinuncia a finanziamenti erogati di 5 milioni e 655 mila euro, datata 27 settembre. La gestione in analisi ha prodotto ben 17 milioni di uscite e 6,3 milioni di entrate. Un dato quest’ultimo delle entrate davvero importante per la categoria e che testimonia da un lato le enormi potenzialità della piazza e dall’altro una gestione troppo dispendiosa e falcidiata di errori. Rispetto all‘anno di Serie D c’è stato un incremento del doppio dei ricavi (3milioni 138 mila in D), mentre si sono triplicati i costi (6 milioni 599 tra i dilettanti).
Tra i vari dati emblematici ci sono i debiti al 30 giugno pari a 5 milioni e 655 mila euro di cui 1 milione e 250 mila euro verso i fornitori. Questa situazione, si legge, fu resa nota tramite PEC da parte degli Organi Amministratori ai soci il 30 luglio 2024. A fronte dei debiti, ci sono crediti per 1 milione 192 mila euro. Attenzione poi ai ricavi di cui abbiamo parlato prima. Dei 6 milioni e 319 mila euro ben 1 milione e 687 derivano dagli abbonamenti, un altro milione e 315 mila euro dagli ulteriori introiti relativi alle gare casalinghe. I diritti tv hanno iniettato nelle casse 106 mila euro, mentre il merchandising ha prodotto 825 mila euro. Fra i costi, infine, sono ben 9 milioni e 348 mila euro quelli legati a salari e stipendi
L’aspetto cruciale che si evince dal bilancio è che il Consiglio di Amministrazione del Catania ha approvato il 9 ottobre 2024 un piano industriale economico e finanziario per la stagione 2024/25. Che viene definito un "cambio di strategia aziendale" visto che "le performance future della Società saranno influenzate anche dall’andamento dei risultati sportivi conseguiti dalla prima squadra nonché dallo sviluppo del settore giovanile che si prevede consentirà la realizzazione di profitti mediante cessione dei diritti pluriennali dei giovani calciatori". L’obiettivo di base è quello del raggiungimento di un “equilibrio economico e finanziario grazie alle azioni ed agli interventi intrapresi dal management, che hanno come obiettivo la riduzione dei costi del personale, principalmente attraverso la riduzione del monte ingaggi con maggiore valorizzazione dei giovani calciatori, e nella progressiva diminuzione dei debiti, e l’apporto di liquidità da parte del socio unico".
Quest’analisi dunque certifica ciò che come redazione abbiamo sostenuto in estate: la proprietà ha speso, poi ad un certo punto, ha detto stop a costi eccessivi. Il voler spendere in maniera equilibrata è un desiderio lecito da parte di una proprietà, e quella australiana lo aveva già fatto capire l’estate del primo anno di C quando si parlava della famigerata “sostenibilità”. Poi gli errori, lo scorso gennaio e i 17 milioni di “costi” che effettivamente sono improponibili in C.
Di contro 6 milioni di ricavi non esistono in terza serie e con questa base si possono vincere i campionati, servono però competenza e tempistiche corrette nell’impostare la stagione. Nel biennio il Catania è apparso carente da questi due punti di vista.
Tucker e Carrozzi hanno posto le basi per una gestione più oculata, rimangono però dei dubbi:
1) Perché questo cambio di approccio di investimento rispetto allo scorso gennaio non è stato reso noto, facendo apparire qualcuno come pifferaio?
2) Come si può pensare di alimentare il progetto tramite i giovani, se non ci sono i presupposti per “produrli” e monetizzare con essi?
3) Sempre legato ai giovani, la sostenibilità e i limiti quanto bloccano i possibili investimenti sulle strutture? Si deve aspettare il Comune? Ci sarà o no un investimento a breve per, tra le altre cose, monetizzare in futuro coi giovani?