Infortuni:non può essere solo sfortuna, quali le cause?
La situazione del Catania non è rosea, tutto ciò è noto, e c'è davvero poco da aggiungere, se non che bisogna cercare di capire come intervenire su tutti i fronti per sanarla e per cercare di evitare problemi in futuro. Il riferimento è in primis al capitolo infortuni e condizione atletica. Il Catania si è presentato a Picerno con solamente cinque giocatori di movimento in panchina, dovendo schierare Kontek da centrocampista e chiedendo uno sforzo a Di Carmine che potrebbe aver causato un guaio ulteriore. Troppe difficoltà da questo punto di vista, soprattutto le stesse vissute nel girone di andata quando molti giocatori erano arrivati alla spicciolata.
Non si può però rimanere inermi e piangersi addosso per la casualità, ma interrogarsi sulla presenza o meno di motivazioni alla base di questo reiterarsi di infortuni. La sfortuna può essere ovviamente una componente, vedi il problema di Zammarini causato dalla caduta di Rapisarda, in altre circostanze può essere chiamata in causa ma non può essere annoverata come responsabile principale. Due sono gli altri campi di indagine: i campi di allenamento/ritiro; le condizioni pregresse dei giocatori scelti. Alcuni ragazzi arrivati sia in estate che a gennaio non erano in condizione ottimale e soprattutto erano reduci da alcuni fastidi che ne hanno condizionato la ripresa. Di Carmine ne è l'esempio principale, ma lo stesso discorso si può fare per Zanellato e Deli. Che la scelta sia ricaduta su elementi inclini a problemi fisici? Primo interrogativo. Per quanto riguarda i campi, è stato lo stesso Lucarelli a parlare più volte di qualche difficoltà ad allenarsi al Cibalino, non sappiamo se il riferimento fosse legato solo alle dimensioni o anche alla natura dell'impianto, ma anche questo fronte, come quello del ritiro estivo più idoneo deve essere affrontato. Non solo sfortuna dunque, ma scelte che fanno sempre la differenza soprattutto pensando ai dettagli che nel calcio odierno sono fondamentali.