Editoriale: Bad Vibes
Il Catania perde, non si diverte e qualcosa scricchiola
4-3-3. No, stavolta non parliamo del modulo adottato anche a Castellammare da mister Tabbiani (cambiato poi a gara in corso e argomento che tratteremo) ma 4 volte in svantaggio; 3 sconfitte e tre-mendamente spaventati di un inizio di campionato troppo ma davvero troppo lontano dalle aspettative. Chi vi parla è uno di quelli che ha sostenuto con ottimismo l'avvento di concetti e di un progetto potenzialmente stuzzicante, ma è innegabile che ci sono tanti, anche in questo caso troppi, punti interrogativi che minano la possibilità di creare un percorso sereno e fruttifero. Basti pensare alla panchina presente oggi al Menti con nessun esterno offensivo a disposizione, con due centrocampisti; e punte spuntate; ma non è solo questo argomento già trito e ritrito a fare riflettere perchè oltre a condizione fisica e rosa limitata ci sono delle ‘bad vibes’ che preoccupano.
Si può non vincere contro una Juve Stabia galvanizzata dal primo posto in classifica, ma bisognerebbe capire perchè dopo dieci minuti il Catania si sia fatto totalmente imbrigliare dagli avversari risultando passivo e sempre in ritardo. Tralasciamo il fuorigioco e le scelte arbitrali, perchè come i risultati anche gli episodi non possono essere un appiglio, il Catania ha subito il cambio di ritmo rallentato dei padroni di casa e soprattutto non è riuscito ad essere pericoloso nonostante un possesso palla che nel secondo tempo è cresciuto. Ma siamo sicuri che alla Juve Stabia sia poi proprio così dispiaciuto chiudersi con dovuta attenzione a difesa del vantaggio? Forse no, e anche se il Catania si è reso pericoloso con Chiricò e Dubickas, non è ancora abbastanza. Qualcosa scricchiola, non si intravede la veemenza e l'aggressività che dovrebbero essere alla base del progetto, e adesso lavorare e cercare di migliorare potrebbe diventare più complicato.
Tatticamente stavolta Tabbiani ha provato anche delle variazioni (mossa inevitabile anche per escludere un attacco frontale all'immobilismo tattico) ma prima la difesa a tre e poi il “tutti dentro” non ha prodotto sufficienti situazioni pericolose. Le idee del tecnico ex Fiorenzuola si intravedono meno di prima e soprattutto manca ancora una volta quel divertimento che avrebbe potuto mettere in secondo piano i risultati. Come contro il Latina, Catania e il Catania hanno smarrito il sorriso e se a ciò aggiungiamo la sconfitta, il Massimino che attende Curado e compagni contro il Taranto non sarà probabilmente il terreno più agevole su cui giocare. Anche in questo caso, però, nessun alibi perchè chi decide di giocare a Catania lo fa consapevole dei pro e contro di una piazza che ti può esaltare al primo risultato positivo ma può anche produrre ansia e pressione come da nessuna altra parte in C.
Tabbiani ha le sue responsabilità, secondo un personale avviso meno di quelle che sembrano; la società ha le proprie, forse maggiori di quelle annoverabili ad una prima vista; ma l'importante è non sprecare un'annata e capire cosa vuole fare il Catania. Dentro il campo e fuori soprattutto per il centro sportivo che non può rimanere un'idea senza passi concreti. Pelligra è ambizioso, Grella pretenzioso ma bisognerà guardarsi dentro per trovare le giuste risposte e la via per uscire da questa situazione e non disperdere l'entusiasmo della piazza prodotto dal biglietto da visita dello scorso anno. In vista delle prossime partite sarà fondamentale cambiare marcia in tutti i modi per aspettare tempi migliori e soprattutto sfruttare episodi, fosse anche uno, che capitano partita per partita. Esattamente come fanno le altre squadre, esattamente come ha fatto la Juve Stabia.