Top Player, Piccolo & Russotto: stessa lingua, divertimento per tutti...
Ieri pomeriggio, mentre sugli spalti del Massimino per far sentire a proprio agio Tacopina si parlava un insolito "catamericano", sul campo in due parlavano una lingua tutta loro fatta di tecnica, intuizioni ed imprevedibilità. Dialoghi improvvisati ed illuminanti, quelli espressi da Piccolo e Russotto, che si sono cercati, hanno messo alla prova la loro intesa e alla fine sono risultati determinanti. Una lingua, quella loro, che difficilmente si può apprezzare sui campi di Serie C, dove la raffinatezza viene spazzata via dal pragmatismo di un linguaggio aspro, ma non ieri perchè a furia di ascoltare quel modo di parlare anche i compagni di squadra hanno elevato la loro dialettica, mettendosi in mostra con giocate di prima e scambi nello stretto di rara precisione.
Il secondo gol del Catania è l'emblema dell'intesa fra i due giocatori. Se per tutto il primo tempo era stato Piccolo a cercare lo scatto in profondità del compagno romano; in occasione del raddoppio è stato l'esatto inverso, con Russotto che ha dimostrato la sua abilità anche in versione assistman sul corridoio ispirato dall'attacco della profondità dell'ex Cremonese. Più scattante uno, più preciso e lucido l'altro, Piccolo e Russotto ieri si sono completati alla perfezione, con la consapevolezza che ogni valutazione deve essere da un lato enfatizzata visto il poco tempo avuto a disposizione per lavorare insieme, e dall'altro moderata poichè serviranno altre partite per confermare quanto di buono visto con il Foggia.
Certo è che chiunque giochi con Piccolo, in questo momento, riesce a tirare fuori il meglio di sè. Vale per Dall'Oglio, per Calapai, ed anche per Kalifa Manneh che merita una menzione per un altro ingresso (il terzo consecutivo) utile alla causa grazie alla concentrazione, alla lucidità e ad una corsa finalmente non confusionaria. Chissà se Piccolo riuscirà anche a far cancellare l'incostanza che ha caratterizzato la prima esperienza di Russotto in rossazzurro... sicuramente il tandem per viaggiare deve parlare la stessa lingua sia in campo che fuori, e già dalle prossime partite capiremo se la strada intrapresa è quella giusta.