Editoriale: “Il sarto di Catania”
Il grande piccolo Catania forse sta iniziando a ritrovarsi; forse sta iniziando a compattarsi; forse sta iniziando a saper soffrire e sporcarsi; ma di certo se i pomodori si sono trasformati in applausi deve ringraziare un tecnico che non sarà dotato di bacchetta magica ma ha tutti gli attributi al posto giusto. Eh sì perchè Cristiano Lucarelli è un tecnico dotato di personalità ma anche di quella dose di fortuna che è fondamentale per raggiungere determinati risultati ed essere considerato un vincente. Certo ci sono gli schemi, c'è il lavoro sulla convinzione di poter fare male, ma c'è anche un'alchimia che si è venuta a creare all'interno dello spogliatoio e nella piazza che raramente si era percepita prima. Nemmeno nella cavalcata dello scorso anno sotto la guida di Ferraro.
La stella di Lucarelli brilla, ma è la lucidità dello stesso tecnico a sorprendere ancora una volta in positivo a fine partita. “La nostra impresa è stata rimanere in partita fino all'intervallo”, le solite parole ad effetto che gli permetterebbero di essere titolista di un qualsiasi quotidiano di grido (magari orientato a sinistra crediamo) ma che non rischiano mai di essere slogan vuoti. Una stessa frase se espressa da un altro allenatore e con un altro risultato finale avrebbe fatto storcere il naso a molti, invece proferita dal giusto oratore fa semplicemente capire che Lucarelli sta impostando tutto su un bagno di umiltà votato all'accettazione del sacrificio. Oggi i giocatori del Catania, per quanto blasonati, valgono tanto quanto quelli del Giugliano o del Monterosi, quindi poche chiacchiere e semplicemente solidità difensiva. La gara di Giugliano non è stata piena di occasioni, non è stata indimenticabile, ma per certi versi l'impostazione è stata simile alla trasferta di Cerigonla con Zeoli. Era ciò che si doveva fare in quel momento: stare accorti in campo e cercare di sfruttare le situazioni; l'unica differenza è che in terra pugliese sei passato in svantaggio. Del resto è inutile continuare a pensare che i campionati (o le imprese come le rimonte impossibili) non si fondino sulla difesa perchè sarebbe solamente un voler mentire a se stessi. Poi la spettacolarità e l'imprevedibilità si possono raggiungere, ma solamente se si è solidi dietro e conseguentemente in fiducia, così da poter aggiungere schemi particolari e giocate dei singoli.
Sicuramente oggi il Catania non è né il “piccolo Barcellona”, nè il “grande o medio Catania”, è una squadra ancora in preda ai suoi demoni, assolutamente imperfetta e bisognosa del mercato, che sta provando ad alzare piano piano ed umilmente la testa. E' indubbio che iniziare il nuovo corso con due vittorie consecutive, avendo rosicchiato 6 punti all'Avellino ed essendo teoricamente a meno 5 “dall'essere competitivi” è una grande iniezione di autostima, ma il percorso è graduale, probabilmente fatto anche di cadute, e adesso dovrà attraversare Coppa e Virtus. Prima il Crotone per prendere lo slancio, poi la sfida del Massimino contro la squadra di Francavilla per lanciarsi da un trampolino che Lucarelli ha creato davvero dal nulla, con la speranza che la piscina non sia vuota ma piuttosto che si possa nuotare serenamente con lo stile adeguato ad ogni singola partita. Perchè questo è Lucarelli, “il sarto di Catania”, l'uomo capace di adattare un vestito a qualunque circostanza su qualunque modello. Un giorno diventerà uno stilista di fama mondiale? Chissà, intanto Catania si gode le sue linee, magari non sempre ricalcanti la moda glamour ed esterofila del momento ma certamente utili per fare una buona impressione anche nelle giornate più complicate e con qualche chilo di troppo.