Lodi: il direttore d'orchestra è tornato. Ora gli strumenti sembrano suonare all'unisono
L'effetto Lodi, come sempre, ha lasciato strascichi perché un giocatore come lui, le punizioni come le sue, la sua personalità non passano inosservate e producono conseguenze rilevanti. Quel sinistro magico, anche se gli anni non sono più 21, continua ad essere un'arma letale e così come è accaduto a Ragusa, saranno tante le sfide aperte, decise o semplificate dalla sua immensa qualità su calcio piazzato, perché Lodi non è solo la punizione diretta, ma anche gli assist per i vari Somma, Lorenzini, Sarao, o la pressione costante verso portiere e difesa quando per tre volte di fila si vede arrivare un tiro alla Palanca direttamente da corner.
Lodi è Lodi e se in passato lo si è discusso soprattutto in funzione del mancato movimento dei compagni, adesso non è certamente diventato un faticatore della mediana ma la condizione fisica sembra ottimale e Ferraro può mettere al suo fianco dinamismo a profusione. Rizzo, Palermo, Vitale, Buffa, Bani, Russotto sono solo alcuni dei nomi da poter sfruttare per avere volume e verticalità nella mediana, ma a dettare le linee di passaggio dovrà essere la spregiudicatezza dei terzini e la capacità di giocare anche dentro il campo da parte degli esterni alti. Il resto lo farà Lodi e la sua capacità di fare girare palla e squadra ad una velocità diversa rispetto alle altre squadre.
Catania riparte dal suo numero dieci che per la terza volta è tornato a dare una mano all'Elefante che dal canto suo non avrà di certo la memoria corta e ricorderà un legame indissolubile. Le critiche sono alle spalle, adesso bisogna ragionare sul presente e su quanto di buono può fare un direttore d'orchestra quando tutti, ma davvero tutti, gli strumenti suonano all'unisono.