Zeoli: "Ad Avellino lo scorso anno abbiamo dato tutto, quest'anno alcune partite le devono vincere i calciatori"
Ospite special ai microfoni di Catanista Live, l'ex tecnico e giocatore del Catania Michele Zeoli, che ha parlato della scorsa travagliata stagione, di quella corrente e di quanto appreso alle falde dell'Etna:
Non ho particolari rimpianti per com'è andata lo scorso anno a Catania, mi manca il Massimino. Molti mi hanno invidiato perché non capita sempre di giocare per una maglia e poi allenarla, c'è stato anche chi non mi ha invidiato per il momento un po' particolare (ride, ndr). Ad Avellino abbiamo lasciato qualcosina perché i ragazzi sono rimasti scottati e sentivano di poter dare ancora tanto in quel mini-campionato. Io l'ho rivista ed immaginata ma sono rimasto consapevole delle difficoltà che c'erano. Se non le abbiamo superate vuol dire che non era destino.
Negli ultimi 20 anni le cose sono cambiate, per fortuna, da calciatore ho vissuto un calcio molto diverso da oggi. Vedo più maturità da parte del tifoso, oggi con i social e le tv ognuno si fa un'idea precisa delle cose.
Al tavolo della promozione quest'anno ne vedo tre più una che può essere la sorpresa. Gli infortuni del Catania quest'anno hanno privato il mister di alcuni principi a centrocampo, anche se ha trovato delle soluzioni. Ci sono partite che deve vincere la squadra, dopo le tre vittorie di fila doveva scattare qualcosa soprattutto ai giocatori nuovi. Lì l'allenatore fa tutto bene prima, ma i giocatori devono vincere la partita, però nulla secondo me è precluso. Ad esempio dopo lo 0-5 di Coppa, è la squadra che deve vincere la partita dopo. Analogie con lo scorso anno? Non farei paragoni perché le partite sono tante e certe cose si ripetono inevitabilmente. A Catania si azzera tutto, se ti porti dietro cose che hai fatto in C, finisce che ci sbatti il muso. Oggi i giocatori sono preparatissimi, ti fanno le lastre, e spesso sono anche in grado di trovare le soluzioni. Quest'anno dall'esterno apprezzo molto Inglese perché nonostante la carriera che ha è venuto in C adattandosi ai suoi compagni, non costringe gli altri a fare il contrario.
Sulle poche riconferme rispetto allo scorso anno non saprei dire molto, è normale che ai miei giocatori sono affezionato, se sono andati via un motivo ci sarà e alcuni stanno facendo molto bene perché magari hanno un po' il dente avvelenato.
A Taranto aneddoti incredibili, alcuni mi tornano in mente dal nulla dopo anni. Ad esempio ricordo che un giornalista loro diventò talmente di parte che disse di Riccardo (Gaucci) che fece scena all'uscita dal campo, quando aveva preso di tutto, e che bisognava fare ricorso per Agliari, che stava con noi da tanto tempo. Lo scorso anno ai play-off l'unica squadra che volevo evitare era proprio il Taranto".