Editoriale: la maturità prima di tutto
La maturità prima di tutto. Lo sa bene Mattia Vitale che nell'ultimo giorno da adolescente ha ricevuto il regalo più dolce dei regali da Vincenzo Sarno; ne era consapevole il Catania che ha voluto tanti uomini maturi calcisticamente e non solo per guidare promettenti sbarbatelli; ne ha fatto il suo personale mantra mister Ferraro che sa interpretare e decodificare le situazioni con la lucidità di chi conosce perfettamente la categoria. Il Catania non si ferma, porta a casa la sesta vittoria consecutiva e supera anche una Mariglianese difficile da perforare, grazie ad una prestazione non bella ma concreta e “da trasferta”.
Qualcuno dirà eh va beh stanno facendo solo il loro dovere, come la mamma quando si tornava a casa con un voto appena sopra la sufficienza, ma in realtà essere chiamati a dominare un campionato non vuol dire automaticamente farlo. Una partenza del genere con sei vittorie di fila è un record per i rossazzurri, non per Ferraro che sta ripercorrendo le gesta dello scorso anno, ma il Catania degli ultimi anni non riusciva nemmeno ad immaginare partenze del genere. Tutto va secondo i piani, questo è ciò che importa, perchè il Catania, lo ripetiamo ancora una volta, sembra ed è troppo più forte degli avversari. Puoi difenderti bene, puoi attaccare con vigoria o cercare il possesso palla per addormentare il match… alla fine però vince sempre il Catania. Una sensazione, una superiorità che fa gioire i tifosi che giustamente non possono preoccuparsi dei pochi tiri in porta nel primo tempo o della stanchezza di qualche singolo.
Tornando al campo, sono giuste le dichiarazioni riguardanti l'alternanza dei giocatori e la titolarità di tutti, ma alla fine difesa e centrocampo non cambiano mai. Ferraro ha sempre parlato di mancanza di gerarchie e idee fisse, ma vuoi per il 2004 Vitale, vuoi per agevolare Lodi con due uomini al suo fianco, vuoi soprattutto perchè i campionati si vincono con difese imperforabili e dunque collaudate, in fin dei conti giocano quasi sempre gli stessi. Una bugia bianca, potremmo definirla così, o comunque una gerarchia che piano piano si è definita e che è giusto non toccare dopo sei vittorie consecutive. Il Catania è granitico nella testa e nei suoi reparti. L'importante è che si mantenga sempre l'equilibrio fra la consapevolezza della propria forza e la fame di portare a casa i tre punti.
A margine della gara di ieri c'è una nota che non deve passare inosservata: il Catania vuole comunicare in maniera diversa rispetto al passato. Non solo il bollettino sugli infortunati, ma anche una verità e, di conseguenza, una piazza da rispettare. Quante volte in passato il Jefferson di turno è stato annunciato infortunato o addirittura senza alcuna spiegazione rispetto ad un'assenza. Stavolta no, Jefferson ha sbagliato qualcosa e Jefferson rimane a casa, perchè il segnale e la base da costruire dal punto di vista dei principi sono più importanti dell'utilitarismo momentanea, e perchè ai tifosi si vuole dire la verità. Bene così, ovviamente è giusto non comunicare i dettagli, ma la novità nel modus operandi è davvero una bella novità. Tutto il Catania è una bella novità sul solco della tradizione ma con un'apertura inevitabile e che diventerà sempre più ampia verso il futuro.