Bando Massimino: riflessioni dopo il deserto e scenario futuro
Il comunicato pubblicato nella serata di ieri da parte del Catania Fc, in merito alla mancata partecipazione al bando per l’esternalizzazione della gestione del Massimino, lascia aperta una porta in ottica futura, ma fa entrare spifferi fino alla scorsa settimana inattesi. Analizzando nel dettaglio la nota del club etneo si evince che in linea generale la strategia del gruppo australiano per quanto concerne le strutture rimane legata al Massimino perché la possibile concessione della gestione è “un’opportunità significativa e in linea con i programmi di crescita strutturale della società”. Ecco dunque, tra le righe, la prima stringata risposta ad uno dei dubbi sorti ieri: il Catania sembra non pensare ad un’ipotesi di stadio nuovo diverso dal Massimino, ma vuole battere ancora la pista che porta all’impianto cittadino come casa del club.
Si passa allora alla ‘fase 2’ cioè perché il Catania non ha partecipato ad un bando che, come idea, è nato proprio poco dopo l’arrivo dello stesso Pelligra? Nonostante la sinergia con il Comune che ha portato anche ad alcune modifiche nel programma di restyling (vedi la tipologia di erba per il Massimino e Cibalino) e nonostante la quasi ovvietà nel pensare che il Catania potesse presentare una proposta, alla fine tutto ciò non è avvenuto a causa “di specifiche riserve relative ad aspetti tecnici”. Così recita il comunicato, ma non può bastare ad una platea che vive di rossazzurro dalla mattina alla sera e che non si aspettava un bando deserto. Quali sono gli aspetti tecnici che non hanno convinto? Probabilmente gli stessi che hanno portato Grella a dire nel corso di ‘Catanista il Talk’ “stiamo ragionando con il Comune. E' una cosa particolare, non semplice e ci vuole buonsenso da parte di tutti. Prenderemmo in mano un immobile che non è agevole nella sua gestione”, ma i rappresentanti del Comune sembrano ignari di queste perplessità.
Un po’ di chiarezza su questa vicenda è davvero utile, ma soprattutto è utile sapere chi dovrà gestire il Massimino nei prossimi anni. L’ipotesi circolata in città di un ‘bando al ribasso’ non sussiste e probabilmente si fa confusione con le varie aste post fallimento, ma la natura della gara è differente. Qualcuno ipotizza una trattativa privata, scenario plausibile ma sarebbe interessante capire quali potrebbero essere i termini diversi dell’eventuale accordo rispetto alle caratteristiche del bando. Ciò che è certo è che il Catania ha ‘il coltello dalla parte del manico’ perché nessun altro soggetto può essere interessato alla gestione dell’impianto, ed il Comune non ha le forze per continuare a gestirlo. Attendiamo chiarimenti e monitoriamo l’evolversi di una situazione inaspettata ma non per questo così negativa e critica come può sembrare di primo acchito.