Pagellone: tre allenatori in cerca di voto
In attesa di capire quale sarà il futuro di Michele Zeoli, il ‘Pagellone‘ pone al centro della sua lente la parabola dei tre allenatori che si sono susseguiti con poca fortuna sulla panchina etnea.
TABBIANI - Doveva essere la scommessa vincente di Grella ed invece si è rivelato un teorico incompiuto, sotterrato però soprattutto dagli errori societari. I presupposti del suo progetto non avevano le basi visto che il suo ideale dinamico e votato all’intensità cozzava con un ritiro poco probante, l’assenza di amichevoli e giocatori senza una condizione fisica accettabile perché arrivati tardi. Impossibile fare qualcosa di positivo, ma ciò non attenua responsabilità legate allo staff e all’impreparazione nell’affrontare una piazza complessa come Catania. L’epilogo negativo dell’annata rossazzurra ha comunque in parte edulcorato la sua gestione
LUCARELLI - È lui il vero sconfitto dei tre allenatori susseguitisi alla guida del club. Arrivato come il salvatore della patria e dotato di pieni poteri anche sul mercato, il suo regno è crollato su se stesso, con giocatori dai lui scelti che non lo hanno supportato a dovere. La scossa dettata dal suo arrivo è durata da Natale a Santo Stefano e la confusione fra 3-5-2 e 4-2-3-1 che ha condizionato anche il mercato è stata una croce insostenibile. Alla fine ha pagato alcune dichiarazioni, uno spogliatoio spaccato e l’aver ammesso la mancanza di soluzioni per il campionato, verità amara ma poi percepita palesemente da tutti. Sembrava dover rimanere sulla panchina del Catania nonostante tutto, ma così non è stato e probabilmente le sue indicazioni di mercato sono state la colpa più grave
ZEOLI - Il ‘soldato’ ha cercato con la semplicità di trovare una soluzione ai problemi, ed in parte ci è riuscito. Per primo aveva fatto notare il rischio retrocessione, pur venendo indirettamente contrastato dalla società; per primo ha puntato sulla coppia Cianci-Di Carmine e per primo ha ottenuto l’apertura del Massimino ai tifosi. Non ha mai lesinato critiche alla squadra, sottolineando aspetti negativi per annullare gli alibi, ma alcune gestioni non sono state sicuramente perfette. Di lui si ricorderà la vittoria della Coppa Italia, l’attaccamento alla maglia e una nota audio che in un club di primo livello non sarebbe mai dovuta venire a galla. Alla fine Zeoli non ha pagato dazio per questo errore, ma la sua parabola da allenatore rossazzurro, probabilmente, è finita ad Avellino. Adesso bisognerà solo capire se il suo futuro sarà ancora in rossazzurro, ma eventualmente dovr visto che in Primavera Biagianti ha fatto benissimo ed un divorzio sarebbe inconcepibile.