Editoriale: “sofferenza e gioia in 90’ “
Il Catania torna al successo in campionato nel momento più delicato possibile, nella partita più sentita e contro un avversario di tutto rispetto. Insomma il copione di tutta la stagione è stato rispettato e nonostante il sipario non sia ancora calato, la spallata ai playout è abbastanza netta. Un Catania bello che stavolta ha corso quel pelino in più e ha combattuto quel tanto che è bastato per superare i limiti che inevitabilmente ci sono e che non possono essere cancellati in sette giorni. Contro il Messina il Catania è apparso compatto come in quelle poche serate belle, un po' la stessa gara vista contro il Rimini nella semifinale di ritorno, sapendo soffrire, sfruttando gli episodi e, alla fine, probabilmente facendo il massimo possibile per il contesto vissuto.
TATTICAMENTE - Alla fine abbiamo assistito ad una gara intensa, con un Messina aggressivo e un Catania che ha attaccato con forza cercando di rispondere al possesso degli ospiti. Tanta intelligenza nella gestione dei momenti per gli etnei, sfruttando la verve di Cicerelli e la serata pimpante di Peralta. Una prestazione di "Coppa" solida e quadrata, frutto di concentrazione e volontà, due caratteristiche che il Catania ha sempre mostrato nelle serate da dentro o fuori, ma che poi ha dimenticato in altre occasioni. Tra gli aspetti positivi bisogna sottolineare anche il dialogo fra le due punte che si sono cercate, trovate, e mosso la difesa avversaria; poi il ritorno al gol di Di Carmine (seppur su rigore) è un'ottima notizia a livello personale e non solo. Sempre lo stesso Catania tatticamente con il 3-5-2 stavolta ha vinto, quindi le colpe che qualcuno dopo il Francavilla attribuiva a Zeoli si sono trasformate in applausi? No, la verità è semplicemente che i problemi non erano prettamente di natura tattica.
FUTURO - Adesso c'è solamente una cosa da fare: non pensare di aver fatto il proprio dovere e abbassare il livello di determinazione. Questo è ciò che è successo dopo ogni risultato prezioso ed è ciò che i rossazzurri non possono permettersi perchè la salvezza non è stata raggiunta matematicamente e la maglia merita di essere sempre onorata al massimo. La prossima deve essere la partita più importante, e poi quella dopo, e poi quella dopo ancora. Solo così il proprio dovere sarà espletato, senza calcoli e riflessioni e forse con qualche weekend di ritiro ripetuto con costanza.