Editoriale: l'importanza della reazione, ma...
Poteva essere la vittoria più dolce di tutte, in rimonta e frutto di una reazione di orgoglio e grazie alla metamorfosi tattica, ma alla fine l'errore dagli undici metri di Dall'Oglio non solo lascia l'amaro in bocca per i due punti persi ma rende ancor più necessaria una riflessione sui minuti, tempi, errori regalati agli avversari. Partiamo da un presupposto: alla fine il bicchiere appare mezzo pieno perchè essere una squadra capace di reagire, combattere e recuperare i parziali negativi ha un valore inestimabile a cui appigliarsi nei momenti difficili (come quello attuale tra calendario ed infortuni), e la ripresa contro il Bari dopo un primo tempo sbagliato fa ben sperare, così come l'ennesima dimostrazione da parte di Raffaele di saper leggere le partite, però è anche vero che troppo spesso il Catania si ritrova a dover cambiare per portare a casa la pelle.
Lo svantaggio maturato nel primo tempo di domenica ha rappresentato l'undicesima volta in cui gli etnei sono andati sotto nel punteggio, frutto stavolta non tanto o non solo di errori individuali o di reparto, ma proprio di un'interpretazione sbagliata del primo tempo. L'idea del tecnico rossazzurro di accettare il possesso palla avversario per colpire immediatamente con la verticalizzazione profonda lanciando Di Piazza o Russotto non ha funzionato e le motivazioni sono molteplici. Imprecisione nei lanci, poco supporto a Di Piazza da parte dei centrocampisti a rimorchio e poca aggressione sulle seconde palle. Se a questo si aggiungono i limiti evidenziati sugli esterni la frittata è servita. Un primo tempo consegnato agli avversari, che poi però nella ripresa sono rimasti inchiodati nella loro metà campo limitati dalla veemenza della reazione di Sarao e compagni e della variazione tattica sulla base di quanto già visto a Terni. Raffaele legge alla perfezione le partite e ha la sua squadra talmente in pugno da poterla rivoltare come un calzino, ma per migliorare bisognerà indovinare tutto sin dall'inizio, soprattutto se si affrontano squadre così attrezzate come Bari e Ternana.
In fin dei conti il pareggio è stato un risultato giusto con le due squadre che si sono divise un tempo per parte, frutto dei pro e contro di un momento sicuramente non semplice. La delizia, in casa Catania, oltre che dalla capacità di reagire, arriva da alcune prestazioni come quella di Sarao, capocannoniere rossazzurro e capace di dare la scossa dopo il suo ingresso in campo; dall'insostituibilità di Welbeck; e dalle risposte di Pinto e soprattutto Russotto che dopo un primo tempo sofferente sono cresciuti nella ripresa. Male invece ancora una volta Maldonado, assente e impreciso proprio nella partita in cui sarebbe dovuto salire in cattedra; troppo imprecisi Sales e Giosa; volenteroso ma effimero Di Piazza e poi ancora una volta la difficoltà dagli undici metri. Di tutti gli aspetti rivedibili, quest'ultimo però è sicuramente il meno pesante, poichè, come è noto, "i rigori li sbaglia solo chi li tira" e dunque non si può mettere Dall'Oglio sul patibolo, ma rimane l'amarezza del terzo rigore sbagliato nel corso della stagione.
Dopo tutte queste riflessioni, è giusto probabilmente apprezzare il più possibile il pareggio di domenica, pensando che dopo una batosta pesante e sotto di un gol, il Catania ha rischiato di ribaltare il risultato contro una squadra creata per ammazzare il campionato e che solo la sorte ha negato il sorriso pieno. Sorriso che anche Tacopina ha appena accennato. L'avvocato statunitense era presente allo stadio ma è stato meno loquace e disponibile a rilasciare dichiarazioni rispetto ad altre circostanze. Probabilmente oggi non c'è tanto da dire, quanto piuttosto è necessario aspettare in maniera fiduciosa, pensando comunque con ambizione al futuro. Quello più vicino ci proietta a Pagani, contro una squadra in difficoltà in classifica, ma reduce da una vittoria importante. Mercoledì il Catania partirà favorito e avrà un solo risultato davanti a sè, con la speranza che sin dall'inizio la partita venga indovinata come scelte tattiche, approccio e concentrazione dal punto di vista individuale per limitare, magari, gli sforzi e proiettarsi velocemente sulla Vibonese.