Riccardo Gaucci a Catanista: "A Taranto bellissimi ricordi, ma fu una battaglia. A Graziani dissi che..."
In vista dell'ormai imminente scontro tra Taranto e Catania, è intervenuto a Catanista l'ex presidente dei rossazzurri Riccardo Gaucci, che più di 20 anni fa vinse lo scontro playoff proprio sui pugliesi:
"Che ricordi con il Taranto...la battaglia non durò solo i 90 minuti in casa loro, ma tutto il periodo che iniziò due settimane prima della partita in casa. Quelle B sul campo da gioco ci caricarono tantissimo, pensammo che fosse assurdo festeggiare la promozione quando la partita doveva ancora cominciare. Noi come società sollevammo qualche polemica nei sette giorni precedenti alla trasferta, i giocatori erano carichi e concentrati: ricordo ancora che persino Eddy Baggio, la persona più buona del mondo, diede una spallata a Bonomi poco prima dell'inizio della partita.
Alla fine del match, che pareva non finire mai, io non riuscii a festeggiare con la squadra perché già prima del fischio finale ero circondato dalla polizia. Poi dovetti uscire tramite il serpentone fatto appositamente per me perché ero bersagliato dal lancio di oggetti. Tra l'altro mi colpirono lo stesso perché gli stessi inservienti tiravano indietro sto serpentone. Ma in fondo chi se ne frega, abbiamo vinto. Momenti difficili durante la stagione? Io avevo a che fare non soltanto con la squadra, ma con mio padre, non certo un personaggio semplice da gestire. "Caccia quello, caccia quell'altro", mi diceva; io ad un certo punto mi presi la responsabilità di voler finire il campionato con Pellegrino e Graziani in panchina, portando a casa il risultato. Una verità che non ho mai raccontato su quel giorno? Al 47' del secondo tempo Graziani voleva fare un cambio, io gli dissi che se l'avesse fatto lo avrei ammazzato.
Anche l'anno dopo fu una battaglia in B, con il caso Martinelli. Devo dire che quello fu l'inizio della fine della nostra storia calcistica, uno scontro frontale con il "palazzo" senza esclusione di colpi, bisognerebbe scrivere un libro. Anche se vi posso dire che ancora oggi il caso Catania è studiato a Coverciano, perché la stessa federazione ci diede ragione. Quando penso a Catania i brividi mi vengono ancora, due anni fa ho fatto un pensiero anche importante sulla possibilità di riprenderlo, ma onestamente c'erano i presupposti per fare un paio di anni, ma non andando subito in B sarebbe stato difficile continuare, la piazza merita ancora più solidità. Lo dico con onestà. Pelligra mi piace molto come personaggio e idee, sono stato fatto degli errori per inesperienza, ma si impara anche così. Spero presto di poter fare un'amichevole tra Catania ed Assisi".