Michele Zeoli a Catanista (parte 1): "Vi spiego come abbiamo vinto il campionato. Il mestiere dell'allenatore in seconda..."
Special guest della puntata odierna di Catanista il Talk, l'allenatore in seconda ed ex difensore rossazzurro Michele Zeoli ha così parlato della fantastica stagione in corso:
"La squadra sta bene, si allena sempre con alta intensità, domenica ci terremo a vincere come in ogni partita. Quest'anno di difficile non c'è stato tanto, nel senso che abbiamo capito subito cosa ci è stato chiesto e infatti io credo che il campionato l'abbiamo vinto nelle prime 10 gare. Le difficoltà come staff sono state magari aiutare l'allenatore quando qualche giocatore non stava molto bene e andavano fatte delle scelte. Poi c'è stato quel momento prima di Natale, un piccolo incidente di percorso che non ha pregiudicato il campionato. Lavorare con i giovani mi è venuto più semplice perché ho fatto esperienze con loro ad esempio a Torino, con i più grandi è diverso perché rapportandoti con gente che ha alle spalle 10-15 anni di professionismo devi farti diciamo "accettare". Adesso abbiamo la Sancataldese, sappiamo che loro verranno qui ma non credo possano avvenire situazioni in seguito alla partita di andata, la vogliamo vincere come con tutti gli avversari.
Riguardo il modo di giocare, quando abbiamo sentito qualche mormorio o critica, avevamo una spinta in più per fare bene. Noi come staff ci siamo sempre confrontati, perché magari Lele (Catania) vede la cosa in un modo, io in un'altra, però si vinceva e sfido chiunque a mettersi nei panni del mister e di non insistere su certi uomini. Sì parla tanto di Giovinco, secondo me ad esempio ad Aci Sant'Antonio ha fatto bene quello che gli è stato chiesto. Riguardo gli schemi, ne facciamo tanti in allenamento, però ci sono gli avversari e a volte le partite le decidono i giocatori. A loro interessava sempre il risultato, sono stati molto disponibili e infatti molte cose sono riuscite. Abbiamo tutti i giocatori con caratteristiche diverse: faccio un esempio, Chiarella preferisce più andare in profondità e meno venire dentro, quindi prepari determinate cose in questo senso. Stessa cosa per le uscite dalla propria metà campo. Nelle prime 10 partite la nostra forza era sviluppare con la catena di destra e concludere a sinistra, infatti i gol di Vitale arrivavano così. Le cose le preparavamo eccome, solo che all'inizio abbiamo preferito dare più importanza alla fase di non possesso, visto il gruppo totalmente nuovo.
La fissa per i calci piazzati ci è nata dopo le partite con Acireale e Sancataldese, perché i ragazzi hanno capito quanto servisse sbloccare i risultati anche così.
Ovvio che se potessi decidere rimarrei sempre qua, però sono sereno perché so cosa ho dato e comunque abbiamo ancora la testa. Essere allenatore in seconda significa dare massima disponibilità e comprensione, sono io che devo capire l'allenatore e noi il contrario. Mister Ferraro mi ha detto subito cosa voleva facessi in maniera schietta, lui utilizza un sacco di energie e devo aiutarlo. Nel mio futuro vedo un po' il mio percorso da calciatore, magari con il tempo arriverò a fare il primo allenatore, io sono uno che assorbe e prende da tutto.
Invece riguardo i giovani vi dico che come margine secondo me quello che può dare di più è Vitale, perché ad esempio Castellini e Forchignone vengono da certi settori giovanili con certi principi e devono imparare altro, lui può migliorare tatticamente e ad esempio nella postura del corpo e nella giocata finale. Castellini sembra invece uno sposato con tre figli mentalmente.
Come sono tornato? Praticamente per caso, stavo correndo e mi è arrivata una chiamata. Il mister Ferraro andava a Catania e aveva bisogno di un allenatore in seconda, è bastata una telefonata di mezz'ora, ci siamo visti direttamente ad agosto qua. Quest'anno oltre alla promozione abbiamo lasciato la credibilità, l'essere tornati grazie al presidente prima di tutto".