Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: Anno nuovo, vita vecchia

Scritto da Stefano Auteri  | 

Ci sono casi particolari in cui una verità può non essere così oggettiva, e non tanto perché non ci siano i giusti presupposti, quanto perché ci sono altri fattori che ne offuscano i contorni. È questa l‘interpretazione che si deve fare delle parole di Mimmo Toscano che non ha mentito asserendo che la prestazione del Catania non è stata così negativa, ma non ha considerato che il Catania è la squadra di Catania: un mondo a parte rispetto alla Serie C. A Catania non si può ridimensionare un’aspettativa, non si può deludere la passione di ventimila tifosi, non si può far accettare un pareggio casalingo con 7 occasioni create senza riuscire a buttarla dentro da un metro. Sostanzialmente a Catania non bastano le prestazioni ma contano solo i risultati. Non siamo qui a giudicare se ciò sia giusto o meno, ma semplicemente a sottolineare un dato di fatto che rende inevitabile la riflessione sul perchè questa squadra stia vivendo una flessione e stia deludendo un po’ tutti.

Il problema principale è proprio questo: capire perché un Catania lanciato da tre vittorie consecutive abbia poi ottenuto due punti in tre giornate, abbia evidenziato nuovamente enormi problemi in zona gol e lasciato punti a squadre decisamente alla portata. Contro il Messina, è vero, c’è stata grinta e voglia, ma gli avversari erano con l’acqua alla gola ed in preda ad una crisi tecnica che non li ha portati a provare mai una ripartenza convinta. Una squadra che vuole competere non può non vincere non una, ma diverse partite come questa contro squadre chiuse che sono il pane quotidiano di chi è ambizioso.

Tatticamente - Toscano ha continuato a sorprendere con l'ennesimo cambio di interpreti, ma stavolta a variare è stata anche la conformazione del tandem offensivo abdicando a ad una seconda punta per spingere con la pesantezza di Inglese e Montalto. Risultato? Il Catania ha impensierito (anche solo per la presenza dei due), ha anche costruito diverse occasioni contro una difesa rivedibile, ma viene da chiedersi quanto sia un vantaggio o un limite cambiare (o dover cambiare). Da un lato c'è la duttilità della rosa e degli interpreti ben disposti ad accettare le soluzioni alternative, dall'altra c'è un interrogativo sul modo di attaccare dei rossazzurri. Toscano è sicuramente vittima di una situazione complicata generata dai tanti infortuni, ma almeno col Messina si è vista un'intensità maggiore e diversa da altre uscite ma non ha portato i tre punti. Mancano maledettamente due cose: la fantasia e l'uno contro uno, oltre ad una precisione tecnica maggiore ed il già citato cinismo che nessun attaccante, ad eccezione di Inglese, sta dimostrando di possedere.

E dire che per i risultati arrivati, quella con il Messina era diventata un’occasione d’oro. E invece niente, e invece la tremenda sensazione di dover vivere un altro campionato caratterizzato da qualcosa di negativo, un qualcosa che in un modo o in un altro interviene sempre sulla stagione del Catania. Non può esserci serenità con un distacco importante dal primo posto, non può esserci serenità se il Massimino inizia a fischiare, non può esserci serenità se all’orizzonte ci sono Crotone, Trapani e Avellino. Ma perché ogni anno ci si ritrova così stressati? Catania non ne può più, è questa la verità, e chiede di vivere una stagione senza colpi di scena al ribasso o situazione negativa inattese. L’annata di D, forse, è stato l’unico campionato negli ultimi 6 anni in cui tutto è andato liscio, ed il fatto che la gestione Pelligra non sia stata una pura escalation lascia straniti.

Come ha detto Faggiano, però, c’è ancor tutto un campionato davanti e nessuno deve mollare un centimetro rimanendo positivi. I fatti dicono che adesso sarà la squadra a dover trascinare il pubblico e contestualmente anche una società che dovrà investire se vorrà colmare il gap creatosi sul campo, ma anche per porre basi solide e durature. Con il ’dover trascinare’, purtroppo, aggiungiamo un altro concetto oltre al coraggio, all’essere ’brutti, sporchi e cattivi’, già sentiti troppe volte in questi anni di sofferenza ma la speranza che qualcosa cambi e tutto si raddrizzi non si può perdere dopo sole tredici giornate