Editoriale: niente paura, il Catania c’è
Da quanto tempo Catania aspettava una serata come quella vissuta contro il Crotone? Nel calcio professionistico, con la consapevolezza di essere forte, temibile ed incantevole sugli spalti e sul rettangolo verde. Tutto bello, però perdi. E allora vallo a spiegare che Rocca e compagni hanno disputato un'ottima partita, vallo a sottolineare che ogni giocata di Chiricò in entrambe le metà campo è stata da applausi (peccato per le scelte negli ultimi 20 metri), che il lavoro delle catene è stato positivo e che l'atteggiamento lucidamente tarantolato di Tabbiani ha convinto. Nelle orecchie riecheggiano gli applausi scroscianti arrivati dopo la fine del primo tempo, ma nella mente e nella memoria rimane la sconfitta all'esordio contro una diretta concorrente. Quindi?
Quindi il Catania ha giocato una buona partita, questo è incontrovertibile; un po' come l'anno scorso era incontestabile l'affermare che i rossazzurri potevano esprimersi meglio. In entrambi i casi, la maggior parte degli appassionati guarda solo i risultati, ma c'è tanto altro dietro tre, uno o, come in questo caso, zero punti. Le idee espresse in campo dagli etnei hanno impressionato, la tecnica di alcuni singoli anche, ma molto è dipeso dalla condizione fisica e dall'intensità che sono scemate nella ripresa. Il Crotone è venuto fuori quando i ritmi si sono abbassati, e poi ci sono gli episodi: tre legni contro un'unica pericolosa occasione trasformata in rete.
Nulla è da buttare nella gara di venerdì. A partire dall'atteggiamento improntato su una pressione alta, anzi altissima, anzi tutti nella metà campo avversaria per recuperare palla e offendere faccia alla porta grazie al 4-1-4-1 in fase di non possesso. Questa è solamente una delle tante cose ammirate in campo da parte di un Catania che già sembra essere di matrice Tabbianea soprattutto per la mentalità propositiva. Emblematici i primi quindici minuti con un possesso palla totalmente appannaggio dei padroni di casa e ritmi spaventosi grazie alla mancanza di paura nel presidiare la metà campo ospite con tanti uomini. Tutto ciò grazie alla velocità nel correre indietro di Curado e Quaini. A proposito, Quaini, ad averne in C ma anche in B di centrali con piedi così educati e capaci di verticalizzare; qualche errore di precisione è arrivato inevitabilmente ma lui stesso è arrivato da troppo poco tempo per essere perfetto.
Ok, va bene tutto, dirà qualcuno, ma i punti? Arriveranno, se il Catania e Catania continueranno su questa falsariga senza disunirsi e con la convinzione di poter fare bene, a breve si intraprenderà la strada giusta. Purtroppo serve tanta gamba e forse serviva un ritiro con maggiori elementi a disposizione sin dall'inizio, ma adesso di certo saranno il tempo e la pazienza ad essere determinanti per non distruggere qualcosa di bello e delicato al tempo stesso. A Brindisi il Catania si presenterà con la stessa fiducia dell’esordio, come se nulla fosse successo, ma i tre punti saranno già importantissimi, soprattutto per permettere a Tabbiani e al gruppo di lavorare con la massima serenità.