Editoriale: “Ultimo atto”
Cala il sipario sulla stagione del Catania con un ultimo atto che ha permesso agli etnei di non lasciare il palcoscenico tra critiche feroci, ma con la consapevolezza di non voler più rivedere un'annata del genere. Che ad Avellino sarebbe stata tosta lo sapeva chiunque, ma diciamoci la verità: dopo il primo tempo lo stesso signor ‘chiunque’ pensava che il più fosse fatto. Il gol di Cianci e l'autorevolezza con i cui i rossazzurri hanno tenuto il campo nella prima frazione avevano fatto ben sperare e sono lo stesso motivo degli applausi che hanno accompagnato il commiato, ma al tempo stesso sono le cause della frustrazione che muove ogni analisi stagionale.
E' vero, come ha affermato Zeoli in conferenza, il tecnico è riuscito in parte nell'obiettivo di conferire nuova dignità ai ragazzi, ma il ragionamento di base è sempre lo stesso: se il Catania avesse giocato anche in altre circostanze come ha fatto ad Avellino non sarebbe arrivato così in difficoltà. Salvandosi prima avrebbe potuto dare vita ad un piano di riabilitazione fisica per Di Carmine&Co.; giocando così avrebbe veleggiato in zone molto più nobili della classifica; giocando così non sarebbe andato incontro ad umiliazioni. Tutto ciò per collegarci al bilancio stagionale che non può prendere per buono solamente quanto visto nei playoff senza tener conto di tutti gli altri otto mesi di campionato. Il Catania che gioca solo alcune partite importanti non potrà essere riproposto all'inizio del prossimo anno; dovranno essere valutati costi e benefici sui fronti dell’età e degli ingaggi; si dovrà forse dare più peso a quei ‘gregari’, come li ha definiti Zeoli, che hanno trascinato gli altri. Insomma ci si dovrà guardare dentro profondamente.
Si chiude una stagione difficile, turbolenta, in cui non ci stanchiamo di dirlo: le responsabilità sono gerarchiche, e che può essere utile solo per imparare dai propri errori. Ecco allora che la dirigenza e Grella in primis dovranno farsi trovare pronti sin da subito già con i nuovi dirigenti; già con i primi colpi di mercato (vedi per esempio lo svincolato Artistico); già con i tagli da effettuare sulla rosa senza aspettare summit tardivi; già con la programmazione di ritiro e strutture. Ecco proprio queste ultime non possono essere considerate come un mero discorso secondario, ma devono diventare l’obiettivo primario. Non si può più rimandare nulla, perchè Catania è ambiziosa ma per confermare i tanti abbonamenti serviranno idee chiare, convincenti e fatti concreti. Del resto la piazza non chiede tanto: impegno da parte dei giocatori, coerenza, serietà e promesse mantenute da parte dei dirigenti. Nonostante l'annata sbagliata, il Catania sembra poter essere in grado di garantire tutto ciò, ma il prossimo spettacolo non dovrà assolutamente disattendere le aspettative.