Editoriale: SuperCatania e la sua kryptonite
Come in ogni saga leggendaria che si rispetti era necessario trovare il punto debole del supereroe di turno, e dopo svariati tentativi con Lamezia, Vibonese, Locri, Sant’Agata, alla fine l’unico vero tabù per il Catania si chiama Sancataldese. Non proprio il classico antieroe, perché la disparità dei valori renderebbe il paragone inappropriato, ma piuttosto una vera e propria kryptonite che offusca la mente del Super Catania rendendolo vulnerabile e irriconoscibile nonostante anche due gol di vantaggio. Più di un evento avvenuto nelle tre gare stagionali tra le due squadre rappresenta una rarità. Prendiamo i tre gol subiti di cui due in due minuti, oppure l’essere sempre passati in svantaggio sia all’andata che al ritorno; l’atteggiamento molto aggressivo subito all’andata; la promessa di far west negli spogliatoi di cui avremmo potuto fare a meno. La Sancataldese ha letteralmente fatto perdere la testa ad una squadra che è sempre stata “superiore”, sia in campo che come atteggiamento davanti alle provocazioni, ma che davanti alla sua criptonite non ha trovato rimedio.
Cercando un aspetto positivo nella gara di ieri da portare in eredità in vista del prossimo anno è l'atteggiamento espresso dalle varie componenti quando gli avversari passano in vantaggio. Un evento raro, rarissimo quest'anno, ma l'atteggiamento del Massimino ha trascinato i giocatori che hanno subito risposto nella maniera giusta. Sarà la consapevolezza della propria forza, sarà la presenza di una società rassicurante, sarà l'aria meno deprimente rispetto al passato, ma l'essere vivo del Catania passa anche da questi segnali. La speranza è che anche in futuro al primo errore e alla prima difficoltà gli incoraggiamenti non si trasformino in fischi sonori, ma di certo è un rapporto di causa effetto che dipende anche da quello che i giocatori offrono e hanno offerto in campo. La reazione alle avversità è un valore da proteggere e conservare, perché in Serie C saranno tante le complessità da dover affrontare e la serenità di poterne uscire a testa alta sarà fondamentale. Del resto la Sancataldese non sarà più sul cammino rossazzurro.
La mentalità, in realtà, è effettivamente la base su cui la società ha voluto costituire la nuova storia del Catania, un atteggiamento mai domo e teso al combattere ed onorare la maglia in ogni impegno. Mentalità vincente, si potrebbe dire per riassumere, ma il concetto è più ampio perchè Grella&Co. sanno bene che, probabilmente, il Catania in futuro difficilmente riuscirà ad imporsi con la continuità e la facilità di quest'anno, ma l'atteggiamento con cui approcciarsi alle partite dovrà essere sempre lo stesso. Il dirigente australiano lo ha fatto capire a più riprese: non importa quale sia l'avversario, il Catania deve giocare per vincere e col petto in fuori, perchè solo così si può onorare la maglia nel migliore dei modi.
Alla fine niente record, dunque, e nonostante il rammarico dei giocatori fosse palese (vedi Rapisarda) sostanzialmente un tifoso dotato di senno dovrebbe dire: ‘chi se ne frega’. Il cammino trionfale rimane tale a prescindere da 14, 15 o 16 vittorie consecutive, e rimarrà tale anche se Lodi e compagni non dovessero trionfare nella Poule Scudetto. L’obiettivo è stato raggiunto con estremo merito; i giocatori hanno dimostrato il loro valore; la società sa già in linea di massima cosa cambiare in vista del futuro. Non può esistere alcun rammarico che offuschi la soddisfazione generale regalata ai tifosi. Fortunatamente per i rossazzurri sul loro percorso non ci sarà più kryptonite e potranno tornare ad esprimere serenamente i loro superpoteri, volando verso la Serie C sempre con la consapevolezza di dover dare tutto in campo, fino all’ultima goccia di sudore; ma questo, anche ieri, non è mancato. Ciò che è mancato sono state la precisione in fase difensiva e quella sottorete in una gara che sarebbe potuta finire con una goleada e che invece si è trasferta in una baraonda.