Editoriale: Senza ripensaMenti
Alla fine non si perde, e si mostra una certa solidità nelle intenzioni che negli ultimi anni non si era quasi mai vista (escludendo la scorsa, folle stagione). Forse sta tutto qui lo spirito di un Catania che non vuole mollare di un centimetro.
Si poteva vincere? Può darsi: si pareggia e si va avanti senza ripensamenti. Che al Menti, in versione pista di pattinaggio per l'umidità, ricostruisce anche un motivetto interessante. Ci si aspettava qualcosa di diverso? Magari dal primo: al netto delle parole di mister Raffaele su un approccio che all'allenatore rossazzurro pare essere piaciuto, l'impatto al match, e non si può ignorare quanto stiamo per scrivere, non è stato dei migliori. Spiegando le possibili cause, comunque, Raffaele è stato sincero (ha già dimostrato più di una volta di detestare gli alibi): mancava qualcuno. Sì, mancava e continua a mancare qualcuno, fuori per infortunio, che in queste gare può essere determinante sin dall'inizio. Su Mariano Izco una parentesi doverosa: va bene che è stato schierato da quinto a sinistra (proprio per l'acciacco di Zanchi, che con l'assenza di Pinto si spera non abbia risentito fisicamente dell'ingresso in campo nel secondo tempo), ma sarebbe cambiato qualcosa a destra? O forse rientra tutto in una stagione che no, non è proprio la sua, e in un discorso più generale su quanto Izco abbia dato alla maglia rossazzurra e su quanto continuando così, in campo e con prestazioni ahinoi sottotono, stia togliendo al ricordo, fatto di record e sogni, che lo lega alla stessa?
Izco non è l'unico neo di un primo tempo che poteva essere interpretato meglio: Dall'Oglio, anche lui sostituito all'intervallo non ha mai inciso. E davanti... ecco, davanti non bisogna commettere il delitto più semplice del mondo: associare adesso (e sottolineiamo adesso) il rendimento di ieri di Sarao e Di Piazza al mercato invernale. Sarebbe ingiusto e poco adatto, dato che possiamo essere smentiti. Che sia mancato qualcosa è ovvio: Sarao poco incisivo, Di Piazza nervoso. Altra parentesi dovuta relativa Confente: sui social non si perde tempo ad attribuirgli colpe che non ha, dimenticando due parate (quella su Marotta nel primo tempo da distanza ravvicinata...) decisive. La risolve Maldonado: è un cartello messo fuori, alla porta. "Mal" che vada... non si perde. "Dai". E si può proseguire, Senza ripensaMenti, verso altre prove.