Editoriale: “Lupi, Streghe e infortuni non fanno paura”
Nessuna paura, in nessun caso, nè di Lupi nè di Streghe. Il Catania visto al Partenio deve tenere ben presente l'atteggiamento mostrato perchè è stato molto simile a quello visto in tante altre circostanze in cui la negatività e le emergenze rischiavano di prendere il sopravvento. L'Avellino ha manifestato sicuramente dei limiti, ma il fatto che un Catania rimaneggiato, con diversi adattamenti e senza panchina, sia riuscito ad accarezzare la vittoria fino all'ottantesimo, passando per due volte in vantaggio, non deve assolutamente passare in secondo piano, ma deve essere un principio fondante. La gara del Partenio rimanda la mente a quanto visto in tante partite condizionate dagli infortuni in cui gli etnei hanno tenuto tanti uomini in non possesso nella metà campo avversaria e sfruttato gli episodi, dimostrando di avere una grande confidenza con la categoria. Poi qualcosa si era rotto, ma la speranza è che realmente il filo si sia ripreso.
Se il pareggio rappresenta come detto un aspetto positivo, così come l'atteggiamento generale, è impossibile non fare un ragionamento sulle avversità che stanno contraddistinguendo il percorso. Sul mercato la società aveva dimostrato di non voler sbagliare come in passato, acquistando giocatori integri che nella stagione precedente fossero scesi in campo con continuità. Poi inizia l’annata e un De Rosa mai infortunatosi in carriera è costretto a mesi di stop, Di Tacchio e Sturaro praticamente scompaiono, Luperini cade e ricade così come Lunetta, Ierardi va a singhiozzo, ecc… Al netto dei problemi traumatici, o sul Catania c'è una macumba in corso (ma da anni), oppure c'è un problema strutturale da affrontare. I preparatori sono stati cambiati, lo staff medico era stato messo in dubbio ma poi è stato riconfermato, gli impianti sono stati difesi nonostante l'evidenza dica altro. Il fatto è che l'allenarsi in strutture più adeguate non è responsabilità nè di Grella nè, figuratevi, di Faggiano. Dipende dalla proprietà e dall'individuazione di una soluzione che per troppi motivi sarebbe indispensabile. Poi magari (speriamo di no) gli infortuni continueranno, ma eliminare i fattori di rischio è doveroso per non lasciare nulla di intentato e rispettare le ambizioni espresse.
Detto ciò, il pensiero generale deve comunque essere orientato alla positività, anche perché il calendario adesso fa nuovamente sorridere. Paradossalmente il Catania ha ottenuto punti positivi con le grandi perdendone con le “piccole”, ma il fatto che all'orizzonte ci siano due gare alla portata come Cavese e Taranto non deve fare preoccuparsi. Il paradosso deve essere scardinato, il Catania deve fare la sua parte e portare a casa sei punti nelle prossime due partite. Una tale eventualità, a scanso di eccessi di entusiasmo, non avvicinerebbe la promozione ma riporterebbe dritta la barra rossazzurra. Nel mezzo c'è la Coppa Italia, da campioni in carica, un impegno che non può essere ovviamente snobbato, ma pesato con la giusta razionalità, soprattutto considerando assenze, energie e potenzialità. In un modo o in un altro Toscano e Faggiano sembrano aver ripreso una stagione messa seriamente in dubbio appena due settimane fa