Raffaele vs Caneo: sbagliare meno dell'altro sulla base del 3-4-3
Catania e Turris si affrontano nel momento più difficile delle loro stagioni, nel momento in cui le certezze del girone di andata sembrano aver lasciato il posto ai dubbi ed alle crepe generate dal calendario e dalle numerose assenze. Le 9 sconfitte nelle ultime 11 partite per i campani, le 2 sconfitte consecutive al Massimino per gli etnei, che nelle ultime 10 gare sono passati in svantaggio ben 7 volte, basterebbero per fare capire le grosse difficoltà riscontrate nell'ultimo periodo dalle due squadre, con i due tecnici alle prese con problemi provenienti dall'infermeria ed un quadro tattico non del tutto convincente. Raffaele contro Caneo rappresenta una sfida fra due panchine barcollanti, non tanto per il possibile esonero (Pellegrino ha confermato ai nostri microfoni il tecnico siciliano), quanto per l'incapacità oggi di trovare il bandolo della matassa e riuscire a porre fine all'emorragia di sconfitte.
Dal punto di vista tattico c'è molta curiosità per capire se la Turris deciderà ancora una volta di scendere in campo con un atteggiamento garibaldino che se in alcuni casi ha strappato applausi, raramente ha portato punti pesanti. Raffaele e Caneo sono accomunati dallo stesso credo tattico di base, quel 3-4-3 che però per motivi diversi non sta dando i risultati sperati. Il tecnico del Catania non lo ha potuto utilizzare nelle ultime giornate a causa della moria di esterni, dovendo optare per un 3-5-2 che non ha mai impressionato, mentre in terra campana le amnesie difensive hanno evidenziato i limiti tecnici di una squadra che ha concesso troppe occasioni agli avversari soffrendo sia centralmente che sugli esterni.
Tra tanti dubbi e difficoltà interpretative, mercoledì pomeriggio potrebbe andare in scena una sfida a specchio, magari non per forza dal primo minuto, ma con ogni probabilità sarà la sfida sugli esterni a fare la differenza grazie alla qualità di Russotto e Piccolo da una parte, e di Giannone dall'altra. Alla tecnica dei singoli andrà abbinata la gamba degli esterni di centrocampo (a 4 o a 5 cambia poco) che non sempre è stata improntata alle due fasi, dedicandosi principalmente alla prudenza o alla spinta spregiudicata. Equilibrio e lucidità non potranno mancare, ma la sensazione è che più di ogni altra circostanza potrà essere l'episodio a dare la spallata decisiva ad una delle squadre, oggi, in parte impotenti a determinare totalmente le partite