Editoriale: "Accettare l'inaccettabile?"
Prima della gara contro il Rimini avevamo ripetuto a più riprese che un eventuale successo non seguito da conferme, continuità e prestazioni convincenti, avrebbe rappresentato poco. Oggi vale lo stesso principio perchè il Catania non ha ancora fatto nulla, non ha vinto la Coppa nè vinto almeno un turno dei play off, ma ha semplicemente conquistato un'opportunità di non essere già catalogato come il peggiore degli ultimi anni di Serie C. Solo ed esclusivamente questo: un salvagente per non annegare, per non essere messi fuori rosa, per non essere esonerati, ma è troppo poco per pensare di chiamare a raccolta i tifosi. Il paradosso o l'inghippo della stagione rossazzurra è che in campionato il Catania merita il quintultimo posto e critiche aspre, mentre nell'altro campionato, quello della scorciatoia, ha meritato la finale ed elogi (seppur sempre ragionati). Un cortocircuito che rende bipolare un gruppo incapace di avere una minima identità e che si scioglie laddove non vede più un obiettivo. In campionato dove non si può conquistare la promozione nè ormai quasi il decimo posto, però, l'obiettivo dovrebbe essere quello classico e unico: onorare la maglia.
Ci sarebbero tante, tantissime cose da scrivere sulla gara di Avellino, partendo dalla rosa a disposizione composta da giocatori ancora fuori forma, passando per elementi che erano ai margini fino a fine gennaio, i continui infortuni, per arrivare alle scelte a gara in corso. Tutti questi argomenti possono essere sintetizzati negli errori societari reiterati nel mercato di gennaio dove si è puntato in maniera massiccia su giocatori non pronti fisicamente, si è cercata personalità senza trovarla e si sono perseguite delle scommesse che necessitavano di tempo e serenità. In più le strutture e i problemi fisici che non possono essere solamente frutto di casualità o dello staff di Tabbiani. Tutto troppo azzardato, alla ricerca di una scorciatoia che non può però azzerare la negatività. Gli errori sono stati commessi e dire oggi con certezza che questa squadra potrà essere la base della prossima stagione è quantomeno imprudente. I dubbi, siamo convinti, sono presenti e se non ci fosse stata la scorciatoia sarebbero ancor più lapalissiani, ma questo “vincolo” generato dalla Coppa porta la società a non sfiduciare eccessivamente nessuno.
La gara di ieri o meglio le dichiarazioni post partita di Lucarelli hanno evidenziato probabilmente quale sia l'idea tecnica e societaria per il resto della stagione: prendere in campionato quello che viene senza troppe pretese, salvarsi, e puntare tutto sul recupero psico-fisico in vista dei play off. Utilitaristicamente potrebbe essere l'unica strategia possibile vista l'incapacità o impossibilità di risolvere il problema fisico e mentale presente da inizio anno, ma anche un neofita non dotato di dieci anni di esperienza nel mondo del calcio considererebbe utopistico chiedere ad una piazza come Catania di accettare (o se volete rassegnarsi) qualunque risultato o prestazione già a marzo. Impossibile, in primis per il concetto espresso da sempre anche dal Catania stesso di “sudare la maglia” in ogni gara, anche amichevole, ancor di più se si subiscono 5 reti o si gioca senza mordente. I play off dovrebbero essere il naturale proseguimento di un percorso di crescita vissuto in campionato, il fatto che per il Catania potrebbe non essere così, è alquanto anormale. Come si può pensare che davanti a prestazioni simili alle ultime due non arrivino i quattro in pagella, i mugugni dei tifosi, perfino l'indifferenza fino ai play off? Inevitabilmente il contesto sarebbe negativo, attribuirne la responsabilità alla piazza, ingiusto, ma soprattutto è incerta la capacità della squadra di esprimersi al meglio nonostante tutto. E' vero che fino ad oggi i rossazzurri hanno dimostrato di poter cambiare volto in occasioni particolari ma non vi è certezza di ciò.
Le dichiarazioni di ieri sembrano un'ammissione delle difficoltà e del non riuscire a trovare una soluzione, almeno in campionato, a problemi atavici, ma la sincerità stavolta potrebbe non premiare. Catania è affranta, non in contestazione, ma estremamente critica sì, e come potrebbe essere diversamente dopo una vittoria in campionato nelle ultime 9 gare ed una media di 0,8 punti a partita nel girone di ritorno? Non si vive di solo Coppa ed i play off sono lontani. La speranza è che Lucarelli abbia ragione ma la mancanza di solidità della squadra sotto tutti i punti di vista non permette di essere ottimisti, sereni e fiduciosi. A smentire questa negatività ci potranno pensare prima o poi solamente i calciatori, ma che non si parli più di svolte, giri e cambi di rotta visto che dalle dichiarazioni e dalle prestazioni offerte in campionato il percorso sembra essere purtroppo incredibilmente segnato.