Tra scommessa e certezza: il campo pronto a dare sentenza
Sì, lo sappiamo quanto parlare in questo momento di scommesse non sia il massimo, soprattutto con il calcio di mezzo. Tralasciamo però l'accezione più negativa del termine e leghiamola ad un altra che sembrerebbe avere un significato diametralmente opposto, la progettualità, e riflettiamo sui passi compiuti dal Catania. Ad inizio avventura la dirigenza ha deciso di scollarsi da un modello di pensiero "sicuro", ovvero quello che aveva portato alla scelta di un tecnico come Ferraro per la D: con la Serie C Grella ha voluto altro e ha deciso di puntare su un tecnico emergente ed ancora in fase di ascesa, Tabbiani. Una scommessa persa, che per certi versi ha portato a farne un'altra: no, non la scelta di Lucarelli in sé perché sappiamo quando sia carato il profilo dell'allenatore ex Ternana, e importante lo sforzo economico del gruppo Pelligra; lo è però il decidere di non prendere un direttore sportivo che sostituisca Laneri, con gennaio e la sua finestra trasferimenti non eccessivamente lontana, dando di fatto più potere ma anche maggior responsabilità allo stesso neo-coach. Un ruolo quasi simile al General Manager inglese, come accennato da Grella stesso ieri in conferenza.
Da qui la “scommessa progettuale” della dirigenza etnea che ha ambizioni importanti, ma voglia di soddisfarle con idee non scontate e con una certa percentuale di rischio. Senza dimenticare le figure di Lodi e Bresciano, più centrali all'interno del progetto direttivo, cosa porterà questa nuova scelta soltanto il tempo potrà dirlo. La cosa certa è che le tanto agognate risposte sia sul campo che fuori sono molto attese, non da subito, ma quasi…