Top Player, Sarao: il gigante buono
La copertina di oggi non è dedicata ad un funambolo dribblomane, né ad un passista dalla spiccata visione periferica, ma ad un giocatore che ha fatto delle qualità più semplici, la sua forza. La prestazione di Manuel Sarao in quel di Cava è stata l'esaltazione della consapevolezza dei propri mezzi, così come un po' tutta la stagione caratterizzata da quella presentazione fatta dallo stesso attaccante: "non aspettatevi sempre giocate di alta scuola, ma aspettatevi sempre lotta, voglia di combattere e sacrificio".
Il gigante buono è l'emblema di cosa deve fare un giocatore per far innamorare tecnico e tifosi: dare tutto in campo, esprimendo il massimo del proprio potenziale. Poco importa, a quel punto, se il potenziale non prevede l'uno contro uno disarmante o l'assist decisivo (poco importa perché ci sono Russotto e Piccolo, altrimenti ovviamente peserebbe questa mancanza), Sarao è colui che con umiltà fa salire la squadra, scalcia e viene scalciato, lotta, e qualche volta offre anche spunti tecnici interessanti con un mancino molto educato.
Sabato pomeriggio, oltre al consueto sacrificio, si è reso pericoloso con un colpo di testa poderoso ma impreciso, con due conclusioni dalla distanza che raramente si sono viste quest'anno, ed anche con dribbling potenzialmente pericolosi ma non sfruttati in toto. Sarao non sarà un bomber di razza, ma è quel giocatore su cui sai di poter contare quando c'è da sacrificarsi e lottare, e soprattutto è un giocatore consapevole di quali siano i suoi punti di forza e quelli deboli, intelligente ed umile, una qualità quest'ultima molto rara. Il gigante là davanti è un'ancora a cui appigliarsi, senza abusarne con lanci lunghi, ma dialogando e appoggiandosi a lui e alla sua voglia di non mollare.