Editoriale: "conta solo vincere!"
Il primo pressure test è andato
Il Catania vince, tutto il resto conta poco. Al giorno d'oggi la frenesia della quotidianità impone un'estremizzazione del dono della sintesi e dunque dopo due giornate e per tutto il resto del campionato l'unica cosa che conterà in casa Catania sarà il raggiungimento dell'obiettivo, nei novanta minuti e al termine della stagione. Vale così per la dirigenza che lo ha ripetuto più volte a chiare lettere, vale così per la piazza che non sente il bisogno di prelibatezze, ma di un'abbuffata di vittorie con un ‘menù fisso’ pieno solo di tre punti. Non importa come, o meglio importa fino ad un certo punto, ma è fondamentale arrivare a dicembre con un netto vantaggio sulle inseguitrici per poi staccare il pass verso la C già in primavera.
PRO E CONTRO - Detto ciò, comunque il calcio è sempre calcio (seppure diverso) anche in Serie D, e allora è giusto cercare di analizzare ciò che è successo con il San Luca. Da sottolineare in senso positivo l'intensità notata in due circostanze: ad inizio partita e dopo il gol subito. Se l'approccio ha confermato quanto di buono visto a Ragusa, la novità della reazione è una risposta positiva che denota carattere e fame di conquistare il bottino pieno. Dopo il gol del pari, il Catania si è riversato in massa nella metà campo avversaria e, nonostante un po' di pressione per una palla che non voleva fare capolino nella rete, alla fine, a suon di martellate, l'episodio è arrivato. In mezzo le note un pizzico stonate. Il Catania dopo il trentesimo è calato di intensità, sedendosi parzialmente sugli allori di un ottimo inizio, e soprattutto serve una maggiore precisione e cattiveria sotto porta per capitalizzare le occasione e sentirsi più al sicuro.
CAPITOLO GIOVANI - Scusate ma esattamente Marco Chirella dov'è stato fino ad oggi? No perchè di classe 2002 funambolici capaci di emulare Amantino Mancini o Denilson, o fate voi, possono anche essercene in giro, ma il doppio-quadruplo passo con cui l'ex Pescara ha irretito il suo diretto avversario ha contemporaneamente ammutolito presunti talent scout di Serie A ed estasiato il pubblico del Massimino. Contro movimenti, attacco della profondità, costanti uno contro uno produttori di gialli a profusione e personalità. Chiarella è un esempio di come il calcio italiano impasti bene ma poi abbia difficoltà a sfornare. Per fortuna che c'è l'Australia…
Adesso testa ad un'altra sfida, contro il Licata reduce dalla sconfitta di Vibo e con il rebus Under vista la squalifica di Vitale. Anche in questo caso, però, vale il “non importa” visto che il Catania è "costretto" a vincere sempre e in tutte le circostanze, su campi improponibili o davanti ad arbitri inqualificabili. Non ci sono alibi e Ferraro lo sa bene, ma il primo “pressure test” è andato bene e nonostante il peso della palla e i minuti che scorrevano il Catania ha centrato l'obiettivo. Basta questo, per adesso, anche a Pelligra che ieri è stato il maggior esponente della teoria della sintesi rilasciando un semplice quanto granitico: “Voglio vincere!”