Immobilismo? In 15 mesi in realtà già qualche piccola scossa c'era stata. Errori, aggiustamenti e tempistiche...
L'analisi di come si è mossa la dirigenza del Catania dall'inizio della sua avventura. Errori e cambiamenti già si erano intravisti
Proviamo a fermarci un attimo, seppur gli impegni siano costanti e la Coppa all’orizzonte, e riflettiamo su quanto successo nell'ultimo anno e mezzo del nuovo Catania e su quante cosa sia cambiate e quanti aggiustamenti effettuati. L'apparente immobilismo antecedente allo scossone che ha portato agli addii di Tabbiani e Laneri, in realtà non deve nascondere alcuni passaggi e decisioni che sono state prese negli ultimi mesi, figlie di altre scelte o posizioni non convincenti e sostanzialmente già piccole scosse telluriche percepite però solo relativamente.
PROGETTO TECNICO - L’ambito dove è maggiormente evidente l'aggiustamento in corso d'opera è proprio quello tecnico. Quest'anno il cambio di Tabbiani è la fine evidente di un progetto, ma in realtà già in estate era avvenuta la bocciatura del primo progetto, ed in quel caso la prima insufficienza probabilmente data da Grella a Laneri che era stato il vero artefice della creazione del Catania in D. Il massimo dirigente australiano, prima della scelta di Ferraro, aveva parlato di un tecnico e di un progetto che potessero essere almeno biennali per condurre il Catania dalla D alla C e con la stessa ossatura vivere bene anche il primo anno fra i professionisti. Alla fine fu scelto Ferraro però con contratto annuale, furono ingaggiati giocatori di Serie C, ma il risultato è stato che sia il tecnico che la maggior parte dei giocatori sono stati messi alla porta. Inevitabile parlare di insoddisfazione nonostante la cavalcata, probabile la prima scossa nelle sale dei bottoni rossazzurre; certi alcuni errori di valutazione (secondo Grella) che sono costati la testa di Laneri
DIRIGENZA - Un passaggio che molti avranno sottovalutato è quello che ha portato al cambio dell'organigramma societario. In attesa di capire cosa farà Bresciano (terzo mistero non di Fatima ma di Sydney), Grella ed il Catania hanno preso una decisione importante lo scorso anno “allontanando” dall'universo del club Giovanni Caniglia che è stato diretto sportivamente verso la pallavolo. Una mossa importante che non ha allentato il legame fra Pelligra e Caniglia (quest'ultimo è da sempre l'uomo “politico” dell'imprenditore australiano) ma ha sancito un taglio rispetto alle idee iniziali, anche perchè Caniglia è sempre sembrato più orientato a far condurre investimenti verso altre parti d'Italia
TORRE DEL GRIFO E STRUTTURE - In questo caso i cambiamenti decisi da Grella e avallati da Pelligra sono più importanti. Il gruppo australiano si era presentato tramite Dante Scibilia evidenziando la voglia di puntare su Torre del Grifo. Dopo neanche tre mesi, però, è stato lo stesso Grella a dichiarare di avere in mente un centro totalmente diverso da quello che era stata la casa del Catania. La domanda sul perchè allora inizialmente si fossero spese dichiarazioni positive su Torre viene spontanea, visto che quel centro era conosciuto per la sua natura non solo calcistica, ma forse i problemi erano altri e non solo legati ad una funzionalità sportiva. Sta di fatto che anche in questo senso è stata presa una decisione forte che la piazza ha accettato di buon grado perchè condizionata dai risultati positivi, ma la seconda parte della suddetta decisione, ossia la creazione di un centro ex novo, adesso diventa un argomento dirompente. Infine c'è lo stadio che prima, secondo Pelligra, doveva essere da 50 mila posti, poi forse 30, adesso sembra essere più giusto rimanere con l'attuale capienza, ringraziando sentitamente il Comune per il restyling.
Forse scordiamo qualche altra decisione correttiva della dirigenza, ma tutto ciò dimostra che non c'è stato proprio un immobilismo, ma di certo un ritardo decisionale su tutti i fronti e alcune dichiarazioni improvvide visto il contesto. Riflettere, come ha detto Grella, è giustissimo ma da adesso in poi si dovranno cercare di anticipare i tempi della riflessione, senza snellire la riflessione stessa, per evitare errori appunto temporali e di farsi trovare impreparati di fronte agli eventi. Gli errori si possono commettere, ma bisogna saper reagire e farsi trovare pronti. Per gli eventi riguardanti le strutture, oggi c'è un apparentemente immobilismo dopo il cambio di vedute, attendiamo per capire se uno scossone (in questo caso positivo) potrà far entusiasmare nuovamente la piazza.