Catania, cercasi soluzioni in attacco
Gira, rigira, stravolgi. Torni indietro e riprovi nuove strade. Senza trovare la soluzione giusta. L’arma è quella della pazienza, anche se dopo 10 giornate il cubo di Rubik in casa Catania sembra non trovare soluzione. Lente di ingrandimento incentrata in particolare sulla fase offensiva, dove latitano i gol su azione. Ad oggi sono soltanto tre quelli messi a segno senza palla da fermo, di cui un’autorete confezionata contro il Bari dopo l’azione di Calapai sulla destra. Escludendo la marcatura di Pecorino contro il Palermo, gli altri interpreti dell’attacco rossazzurro non sono riusciti ad andare in rete dopo una manovra di gioco orchestrata. Un dato che si ripercuote inevitabilmente anche sui numeri. Mettendo a confronto le prime dieci giornate delle ultime cinque stagioni, il Catania della gestione Raffaele ha l’attacco meno prolifico, 9 le reti messe a segno. Soltanto il Catania di Pino Rigoli, stagione 2016-2017, si è avvicinato a questo trend, siglando 11 reti nelle prime 10 di campionato.
Andando sui singoli, Reginaldo non ha ancora timbrato il cartellino, pur svolgendo un lavoro importante dal punto di vista tecnico e dialogando bene con i compagni. Pecorino ha impattato bene, siglando due reti, contro Palermo e Vibonese, gol sugli sviluppi di un calcio d’angolo quello siglato al "Massimino". Sarao ha trovato la gioia del gol soltanto dal dischetto nel match esterno contro la Virtus Francavilla.
Situazione esterni d’attacco? Piovanello ha pagato lo scotto dell’esordio dal primo minuto contro il Teramo. In quella occasione Raffaele ha provato la soluzione del 4-3-3 per dare maggiore ampiezza alla manovra, senza trovare però i risultati sperati. Emmausso non ha sfruttato a dovere le chance concesse e adesso nelle gerarchie si trova con un passo indietro rispetto agli altri. Biondi all’occorrenza ha giostrato anche in un ruolo offensivo, senza riuscire ad esprimere tutto il suo potenziale.
Quale soluzione trovare quindi al mal di gol? Sicuramente la fase offensiva non vive del solo lavoro degli attaccanti, ma anche dei movimenti dei centrocampisti e della profondità dei quinti. Ma anche da questo punto di vista emergono alcune difficoltà, dalla poca profondità di Albertini, agli inserimenti delle mezzale spesso assenti, se si esclude la rete di Welbeck contro la Vibonese.
Dal punto di vista dei moduli Raffaele si è affidato, dall'inizio, in sei occasioni al 3-5-2, due volte ha adottato il 3-4-3 ai nastri di partenza, e due gare con il 4-3-3.
Piccolo, giocatore preso con le caratteristiche adatte per attaccare la profondità, ad oggi non è stato mai a disposizione. La soluzione passa quindi inevitabilmente dal rendimento degli attaccanti. Cercasi gol in vista dei prossimi impegni. Disperatamente.