Pagellone: società Catania Fc 365 giorni dopo…
Il Catania ha concluso la stagione con una Coppa Italia in bacheca, una salvezza raggiunta in extremis ed un cammino discreto nei playoff, risultati che devono essere sintetizzati per dare vita ad un primo bilancio stagionale. Il ‘Pagellone’ di quest’anno però deve fare i conti con diversi ambiti ed il primo meritevole di analisi, a nostro avviso, riguarda la società visto che le responsabilità sono sempre gerarchiche:
PELLIGRA - Il proprietario del Catania è sicuramente uno dei pochi in dirigenza a cui si imputare qualcosa. Dal punto di vista economico il suo esborso è stato notevole soprattutto dopo il mercato rivoluzionario di gennaio in cui le spese non hanno guardato in faccia alla sostenibilità. La vittoria della Coppa avrà forse reso meno amara una stagione sicuramente piena di delusioni per l’imprenditore australiano che in futuro pretenderà sicuramente di più. Dal canto suo però servirà un impegno maggiore in prima persona per quanto riguarda il centro sportivo e le strutture. Nella testa riecheggiano sempre i concetti esposti ai tempi del bando: dall’interesse per Torre all‘ipotesi di una nuova casa rossazzurra; dallo stadio di 50 mila posti alla volontà di riqualificazione urbana. Serve chiarezza e servono fatti, meno foto e comunicazione mediatica e più passi avanti nell’extracampo.
GRELLA - Probabilmente non basterebbero decine e decine di pagine per commentare la gestione di un anno pieno di incongruenze. Ciò che risalta maggiormente all’occhio è la discrepanza fra l’idea iniziale, quella in corso d’opera e l’epilogo finale. Dalla progettualità tattica sostenibile con Tabbiani al ‘modello Lucarelli’ molto meno legato a tatticismi e orientato al sogno ed eventualmente al biennio. Alla fine anche Lucarelli non ce l’ha fatta e il soldato Zeoli ha dovuto “solo“ portare la nave in porto. Ma adesso cosa resta? Poco e niente, forse solo la consapevolezza di non commettere gli stessi errori. Confusione e gestione non sempre da vicino hanno aperto una breccia che non è mai stata sanata, ma bisognerà cambiare anche la gestione del tempo. Il troppo tempo per prendere decisioni poi rivelatesi errate e un pizzico di presunzione nel pensare di poter fare a meno di figure importanti sono state deleteri, così come l’aver sottovalutato il ritiro, le lungaggini di mercato e le amichevoli estive.Da persona intelligente qual è il Vice Presidente etneo dovrà fare tesoro di un’annata che ne vale cento in chiave di esperienza, non solo per quanto concerne il campo ma anche per le dinamiche della città di Catania. A proposito di quest’ultimo concetto proprio i due massimi vertici rossazzurri dovranno essere più abili nel riuscire a isolarsi da una parte della città vicina a loro più per tornaconto che per altro, pur mantenendo i rapporti. All’orizzonte c’è un’altra chance ma non altri alibi.
CARRA - Rispetto alla stagione d’esordio, nell’ultimo anno è sembrato più protagonista di ‘Chi l’ha visto?’ che del progetto rossazzurro. Poca visibilità mediatica e la sensazione di relativa importanza a livello decisionale. Il senso della sua mansione dovrà cambiare, o non avrà senso rimanere.
ALTRI - Qualcuno non se lo ricorda già più, ma ad inizio anno il Ds c’era ed era Antonello Laneri. Il suo operato non può essere considerato positivo visto il mercato troppo rallentato ma, come detto più volte, le responsabilità non erano solo sue. Lui è stato fin troppo il capro espiatorio. Una figura molto discussa poi è stata quella di Francesco Lodi. Da molti è stato fortemente criticato, ma in realtà la verità è che nessuno ha capito la sua reale mansione. Prima quasi uomo immagine con l’impegno di sviluppare l’immagine del brand e la linea verde con le scuole calcio, poi sono stati i giocatori stessi a insignirlo a voce del ruolo di Direttore. Sempre insieme alla squadra ma con quale compito e di conseguenza con quali responsabilità negli errori stagionali? Infine rimane una figura, quella di Mark Bresciano. Ancora oggi si cerca di capire come stia aiutando il progetto rossazzurro in qualità di componente del Consiglio di Amministrazione. Cosa fa Bresciano per il Catania? Quali sue competenze sono utili al club etneo? Domande, anche queste, rimaste senza risposta