"Fuori di testa, ma diversi da loro". Cantano i Måneskin, interpreta la piazza rossazzurra
"Fuori di testa e diversi da loro". Con questa frase piena di rabbia e convinzione i Måneskin hanno trionfato in Europa riportando in alto la bandiera dell'Italia, la stessa frase portatrice di sofferenza e comunque piena di orgoglio può essere associata oggi ad una piazza rossazzurra arrivata al limite della sopportazione. "Fuori di testa" perchè indubbiamente la situazione legata al futuro del Catania è snervante ed ormai da anni i tifosi etnei sono costretti a mandare giù bocconi amari ed umiliazioni, partendo dai treni del gol per arrivare al rischio di fallimento dello scorso anno e alla sconfitta nel derby di questa stagione. Tante delusioni e tanta amarezza, ma soprattutto l'insostenibile sensazione di un terreno nuovamente traballante sotto i propri piedi che non permette di essere sereni nonostante proclami e foto di rito datate gennaio.
Impossibile stare "zitti e buoni" perchè è doveroso cercare di fare chiarezza sul presente in ottica iscrizione e salvataggio della matricola, sulle intenzioni della Sigi, dei possibili investitori e di Joe Tacopina. Necessario poi, in ogni caso, capire quali sono le prospettive dell'attuale proprietà nel medio termine perchè in conferenza stampa si è parlato di salvezza e rilancio, ma a gennaio non c'erano disponibilità per fare il mercato. Era solamente perchè il Catania sarebbe passato di mano o realmente non c'era una forza economica che, senza supporti esterni, difficilmente potrebbe arrivare in futuro? Tante perplessità derivate ovviamente da chi ha gestito precedentemente e che ha lasciato un alone di negatività generatore di tutte le difficoltà attuali, acuite da una crisi economica che speriamo possa finire il prima possibile contestualmente all'eliminazione definitiva della pandemia.
"Fuori di testa", dicevamo, ma soprattutto "diversi da loro". Loro chi? Tutti i club che sono morti e poi rinati magicamente, grazie a iniziative benevole da parte della Federazione, senza considerare minimamente il peso reale della storia. Diversi da chi pensa che i sacrifici del passato fatti proprio per la matricola non siano importanti e da salvaguardare; diversi da chi "tanto abbiamo gli stessi trofei". E' vero il Catania non avrà così tanti trofei da mostrare in vetrina, ma ne ha uno il cui valore per qualcuno è marginale, ma in realtà in una piazza così viscerale come quella etnea rappresenta un bene da preservare. Cerchiamo di rimanere diversi, cerchiamo di rimanere romantici; utilizziamo tutte le forze per salvare la storia e chi l'ha scritta; poi se dovesse succedere l'irreparabile ci sarà il tempo per riflettere, ma per adesso l'impegno e la concentrazione devono essere orientate solo ed esclusivamente al presente.