Cambiando l'ordine dei fattori...
Era partito molto bene, rivoltando un calzino che sembrava logoro di tatticismi mai assorbiti, il Cristiano Lucarelli ter a Catania. Eppure ad 11 partite in campionato di distanza, i numeri non gli danno grandissima ragione: Tabbiani nei primi 11 match disputati era riuscito a raccogliere solo 4 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte; e il tecnico ex Livorno? Era appunto partito bene con Turris e Giugliano, poi qualcosa è tornato a scricchiolare e oggi parliamo di 4 successi, 3 pari, 4 batoste.
Gli stessi punti dunque, 15. Meglio con il cambio di panchina per quanto riguarda i gol fatti, 14, contro gli 11 messi a segno con l'ex Fiorenzuola. Altro dato su cui riflettere, che segna continuità in negativo tra prima e dopo: le volte in svantaggio, sono sempre 5, e solo due volte tra entrambi gli allenatori la squadra è riuscita a rimontare.
Per i meno ottimisti c'è però un mercato faraonico come spartiacque, fatto su misura e richiesta di Lucarelli, che neppure per sogno sta significando cambio di passo; faraonico, se guardiamo gli ingaggi e lo spessore di alcuni, anche se sono pur sempre giocatori lasciati partire senza troppa opposizione da altri club o magari non in ottime condizioni fisiche. Cinesi interroga sulle condizioni di Sturaro, quando sarà disponibile? E ancora, il Tello visto nelle prime uscite non può essere il giocatore da €300k e più che pesa sulle casse del club.
I meno pessimisti potrebbero invece dire che proprio per il mercato fatto andrebbe dato il beneficio dell'attesa, perché alle squadre va dato il tempo, appunto, di essere squadre. Eppure le finestre invernali da che mondo è mondo sono improntate sulla prontezza di giocatori allenati, capaci di dare qualcosa in più. La società ha avuto la smania di voler provare una rivoluzione dispendiosa e frettolosa già da quest'anno nonostante la classifica mai benevola: lungimiranza per l'anno prossimo o bramosia di risultati immediati? Un verbo che dice "riproviamo subito" e non "ricostruiamo con calma", come mai?
A Catania succede tutto ciò, in un mese come quello di febbraio che vede ancora quattro match di campionato da disputare e uno che in questo momento vale la stagione, il ritorno di coppa con il Rimini. Quattro match per tornare a correre, fare vedere la mano caratteriale del proprio allenatore ed arrivare bene alla semifinale, consapevoli che potrebbe davvero essere l'ultima buona chiamata playoff per gli etnei.