Manuel Sarao a Catanista (parte 2): "L'affetto della gente la cosa più bella. Vi racconto come sono..."
Seconda parte dell'intervento a Catanista di Manuel Sarao:
"Quando sono arrivato la prima volta a Catania era entrata da poco la SIGI, che comunque il primo anno non ci ha fatto mancare nulla. Sì è pure creato un bel gruppo, poi a fine anno ci sono stati i problemi che tutti conosciamo. Quest'anno invece è stato particolare per la vicinanza clamorosa con la città, ci rimarrà dentro per tutta la vita perché non capita sempre di vivere stagioni così l. Siamo fortunati ad essere stati scelti.
In C la mentalità è anche fondamentale, la cultura del lavoro. Quando ero a Reggio ho trovato un modus operandi di alto livello costruito settimana dopo settimana, e così abbiamo vinto il campionato. Anche a vincere ci si deve abituare, se noi a fine primo tempo vinciamo 1-0, comunque entriamo nello spogliatoio incavolati, non siamo mai appagati. Questo si crea grazie all'allenatore e ai senatori: Ciccio Lodi ragazzi non ha saltato un singolo allenamento in tutta la stagione, neanche uno per "gestirsi", sempre presente. Ci stimoliamo a vicenda, così anche i giovani si allineano presto.
Arena? È forte, ha un dono. Nessuno gli ha insegnato nulla e quello che fa vedere ce l'ha di natura. Tecnicamente è fortissimo, anche se bisogna vederlo anche in piazze più blasonate, chiamato a prendersi responsabilità diverse. È un giocatore che ha stoffa.
Non so se sono un gigante buono, io le cose non me le so tenere e le dico anche per evitare che poi parta qualche colpo proibito. L'ho capito con l'esperienza e dopo richiami ed espulsioni. Sono cresciuto anche grazie a questa società, perché all'andata noi non conoscevamo la categoria e abbiamo perso tempo con certe situazioni che non lo meritavano.
I ringraziamenti della gente per strada sono la cosa più bella, mi è rimasta impressa, perché fondamentalmente noi non abbiamo fatto nulla se non il nostro dovere. Però le persone hanno capito quanto abbiamo messo il Catania davanti a tutto. Cose fastidiose in questa stagione? Nessuna.
Perché gioco sempre con i calzettoni strappati? Ho i polpaccioni...Non sono scaramantico per niente, trovo che sia un segno di debolezza, alcuni utilizzano queste cose per ancorarsi a qualcosa e trovare sicurezza nelle abitudini. A mia moglie invece devo molto, cerca sempre di aiutarmi nei momenti difficili, sono umano anche io. Tante volte ho pensato di aver fatto scelte rivedibili, però io scelgo sempre da solo e in poco tempo, sono istintivo e in quel momento credevo fosse la cosa migliore. L'unica vera delusione è stata quando sono andato via da qua, un colpo molto forte, per fortuna la porta per me si è riaperta.
Altre passioni? Gli sport di combattimento, mi piacciono molto, ho anche una palestra a Milano. Con la stampa mai nessun problema, mi secco solo quando faccio una intervista e magari viene travisato quello che dico, però non è mai capitato".