Editoriale: "l'attesa del piacere è essa stessa piacere"
L'attesa del piacere è essa stessa piacere. Qualcuno ricorderà questo aforisma del filosofo tedesco Gotthold Ephraim Lessing o forse più probabilmente, ma certamente solo per una questione anagrafica, ripenserà al sapore del Campari in uno spot degli anni 90', ma sta di fatto che il sabato del villaggio che sta vivendo la tifoseria del Catania è una delle sensazioni più adrenaliniche degli ultimi dieci anni; e poco importa se si tratta solamente della quarta serie. Se sarà domenica prossima il momento dell'esplosione della gioia, o sarà necessaria una settimana ulteriore è un dettaglio marginale in un campionato che dal 18 settembre attende solamente di capire quale maglietta celebrativa useranno Rizzo e compagni (i cavaddi sono in pole) e se Catania darà vita ad un esodo di massa o la festa sarà al Massimino. Il resto è paradossalmente solo contorno.
E così è arrivata la primavera, con il suo carico di polline e di sole; con le belle giornate e con la voglia di vivere. Una primavera in tutti i sensi per il Catania che respira aria fresca e non sente il peso delle nuvole di un inverno ormai alle spalle. Non poteva esserci, poi, trampolino di lancio migliore per far crescere l'entusiasmo se non una vittoria sofferta, arrivata al novantacinquesimo su calcio di rigore. Non il massimo per gli esteti, l'apoteosi per chi vive di pura passione. Catania ha vinto ed ormai la piacevole abitudine si ripete senza la paura che qualcosa possa andare storto. La monotonia dei tre punti porta la mente della tifoseria a correre più veloce del presente e rincorrere un futuro di cui si vuole già sapere vita morte e miracoli, ma ci sarà tempo per capire chi verrà riconfermato e chi saluterà con gli allori del record. Non tutti indosseranno ancora la maglia rossazzurra, ma anche in questo caso l'ancora di tranquillità è rappresentata dalla competenza e dalla risolutezza della dirigenza.
Tra un Campari e una lettura filosofica, quindi, Catania apre la sua mente e allarga i propri orizzonti, sempre consapevole però di se stessa, dei suoi pregi e dei suoi difetti. Si tornerà a parlare nuovamente del rossazzurro a livello nazionale, chissà se come “piccolo Barcellona” o semplicemente come “grande Catania”, ma la sensazione è proprio che se ne riparlerà. E non sarà solo per foto di rito con esponenti politici o rappresentati di Federazioni Sportive, rapporti doverosi ma che lasciano il tempo che trovano. Se ne riparlerà per quello che si vedrà sul campo, se ne riparlerà per le vittorie sonanti, se ne riparlerà per una tifoseria senza eguali. Il rossazzurro è più vivo che mai e l'immagine della gioia del Presidente Pelligra insieme alla squadra è emblema della purezza e della felicità finalmente ritrovate.