Editoriale: "Il vantaggio fantasma"
Che stagione assurda e soprattutto chi si sarebbe mai aspettato di poter vivere tutta questa incredibile incertezza in un contesto che lo scorso anno sembrava perfetto e centratissimo? Il Catania ancora non funziona, ancora una volta, e se contro il Rimini il risultato faceva a pugni con una buona prestazione, in casa con il Monopoli niente è andato per il verso giusto tranne gli effimeri primi quindici minuti di gioco. Hai tenuto male il campo, hai giocato peggio del tuo avversario che per di più è rimasto in inferiorità numerica per oltre quaranta minuti, ma non è mai sembrato realmente con un uomo in meno. Nessun vantaggio numerico è azzerato il vantaggio del parziale. Sarebbe bastato, con la tecnica a disposizione, un po' di possesso palla; sarebbe bastata un po' di aggressività o lucidità; sarebbe bastato metterla dentro ancora una volta praticamente a porta vuota. E invece no.
Il Catania frena e lo fa ancora una volta contro una squadra che non bazzica nei piani alti della classifica. Un altro vantaggio teorico non sfruttato, visto che Chirico' e compagni contro le squadre posizionate peggio di loro in classifica hanno messo a referto 3 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte, lasciando per strada 17 punti ma soprattutto dimostrando spesso di non essere superiori alle avversarie. A tratti, anzi per lunghi tratti, il Monopoli si è espresso in maniera più “logica” e consapevole rispetto al Catania, non pretendendo di offrire spettacolo, ma disponendosi bene in campo e rendendosi costantemente pericoloso. Il Catania no. La confusione ha regnato sovrana: Chiricò non ha mai trovato la giusta posizione, soffre come il Catania di ansia da prestazione (dietro le due punte gioca in maniera diversa da Peralta e non è il suo alter ego); le due punte non hanno praticamente giocato e in mediana la diga a due è stata presa in mezzo dagli avversari. Tutto da dimenticare, ma ciò che preoccupa di più sono le prestazioni, così come i risultati. Tutto senza senso, perché si passa da vittorie per quattro a zero, a sconfitte immeritate, a brutte prestazioni senza risultato. Il campionato del Catania è sempre stato questo e nè il cambio in panchina, nè il mercato hanno alterato il trend.
Come dicevamo la discontinuità regna sovrana e senza cercare alibi il motivo è che c'è una confusione di base. La società forte mentalmente, dal punto di vista dei principi e del modo di fare dello scorso anno ha lasciato il passo ad un club che vuole ottenere il risultato a tutti i costi. Oggi appare difficile immaginare un Jefferson/Di Carmine lasciato ai margini per motivi comportamentali (ricorderete lo scorso anno), quando adesso pur di ottenere un minimo vantaggio non tanto non vengono diramati i convocati, ma vengono convocati anche giocatori indisponibili.o proposti schieramenti (vedi Benevento) non del tutto affini alla realtà. Un club forte non farebbe questo passo, e piuttosto se ci fosse la paura di qualche fuga di notizie risolverebbe il problema internamente. Queste strategie spesso sono figlie di chi vuole trovare metodi alternativi per colmare gap, con l'aggravante della frenesia e la voglia a tratti mal indirizzata con cui si sta cercando di ottenere la promozione che sta diventando quasi un’ossessione.
I tanti moduli a disposizione possono essere un vantaggio, ma non esclusivamente; i tanti giocatori forti ma in ritardo di condizione possono risolvere le partite ma anche non entrarci direttamente. Ci vuole calma, ritrovando e cercando un minimo di consapevolezza figlia di coesione e solidità. Altro passo importante sarà quello del 28 febbraio. Il quesito è come arrivarci, ma più in generale come questa società vuole arrivare al vertice del calcio italiano. Come lo scorso anno, con quell'atteggiamento, quei concetti, quei valori espressi e quella programmazione, o in maniera diversa? Qualcuno direbbe poco importante, l'importante è arrivarci, ma non sarebbe quel qualcosa di affascinate che era stato proposto lo scorso anno. La stagione difficile, forse anche i costi importanti di una squadra in C fatta due volte stanno scombussolando, e di riflesso rimescolato le carte nell'ordine della valutazione dell'operato della società. Infine se il mercato doveva creare i presupposti per il prossimo anno, partire con i fischi meritati dopo il Monopoli non è un bel segnale, ma il Catania è imprevedibile e nel prossimo turno potrebbe arrivare un successo rotondo. La speranza è solamente che prima o poi si trovi in qualche modo un po' di continuità e nuovamente quei punti fermi in campo e fuori.