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Editoriale: Accontentarsi, a Picerno

Scritto da Stefano Auteri  | 
Mimmo Toscano

In Picerno Catania tutti hanno raggiunto il loro obiettivo: Tomei ha ottenuto il 160% di possesso palla (di cui il 70% asfittico); Toscano non ha perso; le telecamere hanno vinto il premio “peggior posizionamento della stagione”; e nel primo tempo chi soffriva di insonnia finalmente ha rigenerato neuroni e muscoli. Peccato che solamente chi pensava di poter vedere il rossazzurro trionfare dopo due sconfitte consecutive, dopo un ritiro, dopo il vantaggio di Carpani, è rimasto deluso. Oggi il Catania voleva in primis non perdere, questo è evidente, come sono evidenti le difficoltà vissute da un tecnico non accontentato sul mercato e con pochi uomini realmente utilizzabili.

Che piaccia o no, la strategia di Toscano è stata chiara: aspettare bassi, rispettando la capacità di palleggio del Picerno, ed evitare assolutamente di commettere errori difensivi. Il problema è che gli errori difensivi sono arrivati, e a questa disposizione sono mancate alcune ripartenze. Nella prima frazione il Catania non è mai riuscito, o quasi, a risalire il campo a causa di imprecisione dei centrocampisti e poco coraggio di esterni e Carpani. Il risultato è stato un Inglese isolato e sconsolato, un Catania che ha sempre riconsegnato la palla agli avversari, ed infine una sensazione di limitazione che riguarda il momento e la stagione rossazzurra. Nella ripresa si è visto leggermente qualcosa di più incoraggiante, ma la vera disdetta è che dopo il vantaggio i rossazzurri si siano fatti recuperare per l'ennesima volta in stagione, la quarta nelle 11 volte in cui gli etnei sono stati sopra, subendo la diciassettesima rete dei secondi tempi. Numeri negativi che non cambiano e si rinnovano.

Il Catania dunque ha ancora una volta lasciato punti per strada e l'effetto ritiro, per quanto Toscano possa non essere d'accordo, non si è notato. Sì i rossazzurri si sono impegnati, ma occupare il campo in maniera così attendista e con così tanti errori difensivi e in impostazione non può soddisfare. Ciò che si nota di più sono le bocciature di Gega e Ierardi (assenti dal primo minuto), e la mancanza di cambi dovuta, più che a immobilismo,  a esigenze di mercato. A proposito di mercato, il Catania è arrivato al 19 gennaio senza nuovi innesti di movimento, un dato che non solo fa storcere il naso ai tifosi ma soprattutto al tecnico. E allora qual è la sintonia fra allenatore e dirigenza in questo momento? Di chi sono le responsabilità di tante bocciature estive e di un mercato invernale a rilento? E poi soprattutto siamo certi che tutti questi giocatori non reputati all'altezza, ed una conseguente mini rivoluzione, possano essere scelte corrette?

La sensazione è che la confusione regni ancora in maniera decisa, ed il mercato con le diverse prese di posizione dei protagonisti lo dimostrano. Toscano chiede giocatori il prima possibile; il suo Vicepresidente parla di attesa fino all'ultimo per cedere prima di acquistare; il suo Presidente aveva annunciato investimenti e innesti importanti. Alla fine probabilmente arriveranno giovani interessanti e magari un nome di grido ma solo nella terza o quarta settimana di mercato. Ma anche la posizione generale di Toscano dopo la gara con il Picerno è sembrata in controtendenza rispetto alla sconfitta contro la Juventus. Domenica scorsa il percorso ed il progetto erano praticamente naufragati e solo il mercato poteva aiutare; oggi si parla di base da cui ripartire, pur non essendosi mossi sul mercato. La realtà è che la base c'è sempre stata, il problema però è che non si è costruito ancora niente di realmente solido, e pure con il Picerno è andata in scena la solita storia. Il pareggio è frutto di dettagli, errori, occasioni sprecate. I risultati (positivi e non) non devono far cambiare le opinioni sulla natura del momento del Catania: confusionario, incerto e nevrotico.