Editoriale: Vincere aiuta a vincere
La gara contro il Crotone è una di quelle classiche partite a matrioska capaci di generare emozioni contrastanti che passano dalla noia alla speranza, strizzando l'occhio alla frustrazione e all'entusiasmo. E' difficile, anzi quasi impossibile, fare un bilancio di quello che si è visto al Massimino, sia perchè si è trattato pur sempre di calcio d'agosto, sia perchè il Catania impalpabile del primo tempo ha lasciato spazio ad una squadra più volitiva e determinata nella ripresa. La frustrazione di certo nasce dalla lettura delle distinte, con una panchina rossazzurra composta da soli sei giocatori di movimento, quattro dei quali nati dopo il 2006, e con la certezza che non sia proprio una situazione idilliaca dopo il ferragosto. Poi però vedi una formazione praticamente senza cambi che riesce a rispondere ad un Crotone che nel primo tempo sembrava molto più avanti nella creazione del concetto di squadra, e allora la speranza risiede nel carattere. Infine c’è l’entusiasmo che deriva dal passaggio del turno conquistato ai rigori, ma tutto ciò deve fare i conti con la realtà di una corsa contro il tempo per assemblare tutti i pezzi presenti e che ancora devono arrivare.
PROGETTO - A una settimana dall'inizio del campionato non si può di certo dire che il Catania sia una squadra più avanti di altre, e la conferenza post partita di Toscano lo ha confermato. Luperini e Carpani sono trequartisti adattati, mancano due punte e anche difensori centrali. Praticamente sembra di essere ad inizio luglio, ma ieri si sono comunque viste qualità importanti. In primis la voglia di onorare la maglia, il saper soffrire, poi qualche situazione tattica studiata, infine un po’ di buona sorte. Più di qualcosa di positivo è arrivato ma è palese che dal centrocampo in su manchi fantasia e quella tecnica necessaria per legare i reparti. Pensare che adesso si dovrà correre per completare la rosa e amalgamare il tutto è davvero un peccato atroce. Contro il Crotone la sensazione è stata quella di vedere una squadra che ha voluto combattere contro le avversità generali del mercato per dimostrare il proprio valore. Una caratteristica, quella della combattività, da mantenere, ma le avversità non dovevano e non dovranno presentarsi.
MERCATO - Davanti a sé il Catania ha gli ultimi 12 giorni di mercato e la situazione è chiara. Tutto il mercato rossazzurro è stato caratterizzato da una difficoltà di base culminata con le esclusioni dai convocati di nove giocatori, preferendo una panchina cortissima. Messaggi chiari e inequivocabili, come un messaggio è arrivato dagli spalti con la presenza di Jimenez e Montalto. I prossimi giorni saranno utili per cedere almeno sei giocatori e ufficializzarne almeno cinque, riuscirà Faggiano a far quadrare il cerchio? Difficile, decisamente sì, ma la valutazione del mercato dovrà essere fatta dopo il gong. E non solo…
AMBIENTE - Impossibile non porre l’accento infine sul fatto che il 18 di agosto per una gara di Coppa fossero presenti oltre 10 mila spettatori. La passione non si inventa e non passerà mai di moda, e anche senza attaccanti di grido il pubblico ha risposto presente. Adesso sta alla società fare Il massimo e rimediare a intoppi e paletti che hanno condizionato questo precampionato