FOCUS: l'arco che scocca la freccia
Un'occhiata al fattore più lampante di Catania-Ragusa
Esaminare solo alcuni aspetti di quella che è stata finora la miglior espressione casalinga di un Catania a +12 sulle seconde, peraltro con tante defezioni nella rosa, non è facile: partendo dal modulo, l'ormai consolidato 4-3-3 con le assenze di Sarno e Forchignone ha visto insediarsi sulle fasce offensive Russotto e Chiarella, a discapito del Ragusa.
Anzi, più che di insediamento bisogna parlare di assedio dei due alla volta di un Ragusa per la verità, forse ingenuamente, disposto ad accettare l'uno contro uno in difesa. La prestazione delle due ali è stata di quelle da ricordare, anche perché tutt'altro che scontata: il numero 7 si era infatti allenato saltando alcune sedute nelle ultime settimane, mentre Chiarella rappresenta forse il più bel ritorno per i rossazzurri: de facto il primo acquisto di gennaio, si è detto tante volte. Rappresenta una risorsa fondamentale, che consegna caratteristiche da attaccante esterno probabilmente uniche nel cercare sempre la profondità lasciata incustodita dalle difese avversarie: punta l'uomo con forza e aggressività in 6 occasioni, riuscendo a saltarlo cinque volte andando poi al cross (basso o alto sul secondo palo, 5 volte in totale). Il gol è arrivato poi su sua intuizione, vista la bravura nello stringere al centro dell'area di rigore.
Ad impressionare è stata la sinergia con Rapisarda: notizia da non sottovalutare, vista la fascia destra orfana del RapiSarno da diverse partite. Sono 7 le volte che il terzino ha scambiato palla con Chiarella cercando spesso la profondità e quindi il cross, soprattutto nel primo tempo. Un po' come largo che scocca la freccia a far male all'avversario. Vanno sottolineate le differenze che ha il numero 31 rispetto a Sarno, più volto a tenere alta la testa verso il centro dell'area, rientrando sull'educato sinistro e quindi cercando meno il fondo del campo: ecco, l'ex Pescara forse da questo punto di vista ha qualcosa in più per quanto riguarda l'imprevedibilità.
Lavoro simile anche per Russotto e Boccia sulla fascia sinistra, entrambi di piede destro preferito, ma aggressivi nel concludere le azioni con tiri in porta (tanti da fuori area, non ultimo quello che, paradossalmente meno pericoloso di tutti, ha trovato la rete del 3-0.
Insomma un'arma da sfruttare per il girone di ritorno, tra le mani di un Ferraro bravo a rendere lapalissiano il recupero mentale e fisico del Catania dopo le feste, storicamente poco abituato a vincere subito dopo aver mangiato il panettone: il 4-3-3 è ancora la strada maestra, con due esterni veri e capaci di prendere con la forza la superiorità numerica palla al piede.