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Futuro Catania? Serve una "Primavera Rossazzurra"

Il Futuro in casa Catania è inevitabilmente legato al 23 Luglio, data utile per conoscere la nuova proprietà e magari dare inizio a un nuovo percorso progettando una vera “primavera rossazzurra”. Ricominciare sì, ma da dove? I cinque lunghi anni passati nell’inferno della Lega Pro ci hanno insegnato che alla fine dei conti a vincere è sempre la squadra più affiatata e giovane, vedi il Cosenza di Braglia e la cavalcata trionfale ai playoff 2019 con una media età di 24.4 anni. Il Catania, indifferentemente dalla società regnante, deve ripartire dai giovani e da chi in queste ultime stagioni ha dimostrato di meritare categorie superiori. Andiamo con ordine: tra i pali Miguel Martinez sembra aver spodestato dal trono Furlan, dimostrando di essere il cavallo su cui puntare per tecnica ma soprattutto per voglia di giocare e mettere in campo tutta la carica che la tifoseria gli ha riservato in questi anni. Nel Catania che verrà il comparto difensivo va ricostruito partendo dal duo di fascia Calapai/Pinto: i due terzini, sotto contratto rispettivamente fino al 2022 e 2021, hanno respirato per tanti anni la Serie B e si vede. Difesa attenta unita a continua spinta sulla fascia di competenza sono il loro marchio di fabbrica che in questi anni ha più volte cambiato la storia delle partite. Occhio però a non lasciar per strada Tommaso Silvestri, vero perno difensivo degli etnei a cui poter affiancare magari un giovane di prospettiva così da creare una difesa solida e completa. In mezzo al campo capitan Biagianti deve essere confermato per dare equilibrio nello spogliatoio considerando anche che fin quando non vedrà il suo Catania in categorie più adatte, difficilmente abbandonerà la causa. Partendo dal 27 etneo però bisogna costruire un centrocampo fatto di giovani grintosi e intraprendenti come il classe 99’ Biondi, rivelazione della stagione rossazzurra, che quando viene impiegato sulla fascia riesce a mixare qualità e quantità o come Gabriele Capanni, 19 anni in prestito dal Milan, che con un po’ di continuità in più potrebbe fare davvero la differenza. Poi c’è la questione Andrea Mazzarani, che quando trova la giusta serenità, è capace di dare una spinta incredibile a tutto il gruppo. Il trequartista romano potrebbe restare a patto che si risolvano tutti i malumori che negli ultimi periodi si sono creati con mister Lucarelli. L’analisi del Catania 2.0 si chiude con un grande punto interrogativo: l’attacco. In questi anni, il Massimino ha visto passare tanti grandi bomber partendo da Pozzebon passando per Marotta, Curiale e chiudendo con l’ultimo arrivato Belec, tanti attaccanti forti sulla carta ma incapaci di esprimersi al meglio con la maglia a strisce rossazzure. Eppure c’è chi come Alessio Curcio ha dato segnali importanti durante la stagione, con gol e giocate che hanno di Lega pro hanno ben poco. Certo fa strano pensare come un treno dal nome Emanuele Pecorino è già passato ed in questa stagione ha segnato a raffica con la primavera del Milan, ma adesso serve rimboccarsi le maniche e archiviato il fatidico 23 Luglio (chiunque ci sia) dovrà ricominciare a programmare e lavorare per trovare un leader offensivo capace di concretizzare i sacrifici tattici della squadra e far tornare a gioire tutta la piazza rossazzurra.