Editoriale: "Never accontentarsi"
La natura di Catania, si sa, è variopinta, e nello stesso tempo può perdersi nell'estasi ed essere inghiottita dai dubbi; trasformarsi in un istante da generatrice di entusiasmo in madre dello scetticismo, perchè la passione e l'ossessione per i colori rossazzurri portano inevitabilmente a questo. Se dopo il successo di Biella per molti il Catania era uno squadrone da battere, i due punti nelle ultime tre giornate hanno convinto gli stessi che lo squadrone sia diventato una squadretta che potrebbe rischiare di vivacchiare. L'altalena emozionale ritorna di moda, ma in realtà il momento che il Catania sta vivendo era ampiamente prevedibile per via di quei limiti e paletti di cui abbiamo sempre parlato.
CONSAPEVOLEZZA - Ecco dunque che, come avevamo detto già dopo la Juventus, la consapevolezza deve essere la base di ogni approccio, abbinata ad un altro termine caro a Toscano: l'equilibrio. Le vittorie contro Benevento e Juventus Next Gen non avrebbero dovuto far pensare alla possibile vittoria del campionato, perchè la frenata (visti appunto i limiti e le avversità) poteva essere dietro l'angolo, ma bloccare l'entusiasmo, a Catania e non solo, vuol dire creare il solito boomerang. Sapere chi si è, quali sono i rischi, quali sono i propositi (per esempio recuperare la condizione di più giocatori possibili a costo di rotazioni forzate), è la base per uscire nella maniera più serena possibile da questa moria di vittorie, ma la stessa consapevolezza deve far essere coscienti che proprio perchè si lavora a Catania non si possono registrare eventualmente tre pareggi consecutivi (o peggio) al Massimino, e ad oggi un solo gol all'attivo tra le mura amiche.
SCELTE - "Fiducia confermata a Inglese"; “Chissà, magari vedremo due punte…”; “Verna probabilmente dal primo”. Nessuno ci ha azzeccato e tutto si può dire, ma non che Toscano sia un immobilista con ritrosia verso le novità. Esprimersi al novantesimo ovviamente è facile, ma bisogna riflettere sul perché di queste scelte partendo dalle risposte offerte in conferenza: “devo fare giocare tutti per arrivare alla medesima condizione fisica”; “l’obiettivo di queste scelte è anche di non perdere uomini per strada”. Comprensione. Poco altro da aggiungere perché i giocatori non sono tutti in forma e perché la preoccupazione di ulteriori ”feriti” è alta. Comprensione perché i paletti e le avversità di inizio stagione si riverberano anche nelle scelta della singola partita, con conseguenze più o meno positive. Si poteva fare qualcosa di diverso? Sì. Avrebbe prodotto risultati diversi? Probabilmente no, ma non potremo mai saperlo.
ACCONTENTARSI - Per la prima volta, forse, abbiamo intravisto un Toscano leggermente contrariato per quello che ha offerto il campo. Nessun accenno alla "crescita", così come invece era stato fatto dopo il Picerno, ma una costante reprimenda per via della evidente differenza di verve tra primo e secondo tempo. Il motivo, secondo il tecnico, è da ricercare nell'aspetto mentale, cosa che preoccupa non poco poichè questo è un terreno che vorremmo evitare per non incorrere nuovamente in zainetti, pesi e mental coach. Purtroppo i temi sono però sempre gli stessi: condizione fisica media non ottimale e aspetto mentale, la speranza è che le soluzioni e gli esiti siano diversi. Adesso contro il Monopoli servirà il miglior Catania possibile, senza frizzi e lazzi, ma cattivo come mai, perché è proprio la cattiveria nell'ultima giocata ad essere mancata. Ancora c'è serenità, ancora si può lavorare con fiducia, che tutto ciò venga confermato dalla gara di domenica prossima, altrimenti tutto diventerà estremamente più complicato.