Top Player: "essere una punta", by Roberto Inglese
La forza di un attaccante sta nel peso della sua presenza, con o senza palla. Il Roberto Inglese visto e ammirato ieri ha offerto una prestazione voluminosa nei numeri, nell'eleganza di essere punta non snaturata da una categoria che spesso richiede praticità e cattiveria: e forse sta proprio qui il quid in più del 7,5 incassato dall'ex Parma, bravo ad essere decisivo facendo ciò che sa fare tra protezione palla e tocco preciso. Senza sfracelli, ma facendo percepire che certe cose le ha fatte in carriera, in Serie A.
In 72 minuti giocati gioca 22 palloni nella metà campo avversaria: la metà riesce ad addomesticarli per poi condurli verso i compagni in maniera non efficace, ma efficiente, che è meglio. In questo consiste l'impronta da attaccante di categoria superiore data ieri alla partita. Ci sono anche 5 giocate personali da sottolineare e soprattutto 3 verticalizzazioni andate a buon fine, lui che ripetiamo non è un regista e nemmeno una seconda punta: ecco l'essere utile al gioco di Toscano di cui tutti i suoi ex bomber hanno parlato. Kilometri e movimenti incontro alla palla per liberare spazio al centro, nello specifico sono 18. Tanti.
Il gol, davvero, è l'ultima cosa importante tra le più importanti. Movimento ad allargare in attesa del pallone servito perfettamente da Jimenez, controllo perfetto e scarico sul secondo palo tutto con il piede “debole”; nel mezzo anche un controllo di petto e cambio di gioco al volo, sempre di sinistro, roba che al Massimino non si vedeva da almeno 10 anni. Toscano potrebbe aver trovato adesso un altro pezzo del puzzle Catania che sta costruendo, su un tavolo che deve rimanere sgombro da ogni altro discorso perché il suo lavoro lo merita: il risveglio di Inglese è il preludio all'esplosione di un reparto che finora ha faticato un po'? La seconda metà di ottobre, dovrà dimostrarlo.