L'arte di arrangiarsi, firmato De Luca
Una punta che interiorizza le norme di Ferraro
In una squadra che fa del 4-3-3 il suo mantra, trovando naturalmente la chimica nelle sue catene laterali, non si può certo prescindere da esterni offensivi consci del proprio lavoro. Attaccanti, centrocampisti e terzini di fascia che interiorizzano le “norme” dettate dal mister, in sinergia con il resto degli effettivi in campo: e il Catania non fa eccezione – anzi – forse sta esprimendo il punto massimo del proprio calcio grazie ad una eccellente interpretazione tattica da parte dei suoi uomini che le zone esterne del rettangolo verde le occupano per vocazione.
Vanno fatti i complimenti. A maggior ragione a chi per una carriera intera la porta l’ha sempre vista da vicino, e nel Catania di Ferraro serve invece più defilato: Giuseppe De Luca si merita un piccolo elogio perché nel girone di andata il ruolo di ala sinistra l’ha sfruttato per quelle che sono le sue prerogative base, che non prevedono la velocità in allungo o il fondo per il cross. Eppure da qualche giornata a questa parte l’ex Atalanta comincia ad eseguire movimenti quasi da “7”; lo dicono le quattro volte in cui domenica scorsa raccoglie palla e sterza sul piede debole, il sinistro, crossando per chi si inserisce in area. Un giocatore che nel girone di ritorno potrà dire la sua, per lo meno dal punto di vista dei gol e degli assist, dimostrando che l’attaccante esterno in D può farlo, magari passando al prossimo step della sua evoluzione tattica: crearsi più spesso lo spazio, a patto che Vitale con i suoi movimenti continui a permettergli di accentrarsi, e concludere a rete. Perché resta comunque un numero 17 da quasi 70 reti in carriera tra i professionisti. Starà certamente a Ferraro e tutto il competente staff valutare se lanciarlo sempre lateralmente, ora che il ruolo comincia ad entrargli nelle fibre muscolari, provarlo al centro o addirittura in un attacco a due, vista l’abbondanza di punte affamate creatasi alle falde dell’Etna.