Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Dante Scibilia a Catanista: "Vi spiego cosa vuol dire sostenibilità. I miei rapporti con il Catania..."

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Intervenuto ai microfoni di Catanista, Dante Scibilia ha così commentato il momento calcistico a Catania:

"Rispetto al programma presentato un anno fa, mi sembra che tutto sia stato rispettato, a partire dalla C conquistata subito. Questa era la prima condizione per poter pianificare anche gli anni successivi, quello che non vedo, ma non per colpa del Catania, lo sviluppo del centro sportivo, nel senso che all'inizio anche per una mancanza di informazioni si pensava di poter fare rivivere Torre del Grifo. Poi questa cosa non si è potuta realizzare e il centro è rimasto in queste condizioni, dispiace. 

Riguardo la riqualificazione urbana io credo che alla base ci sia tutto un processo di sviluppo  anche dentro le strutture, sappiamo tutti come in Italia la burocrazia e le norme richiedono tempi molto lunghi. Per quanto la volontà sia molto forte come si può apprendere dalle dichiarazioni del presidente, poi bisogna trasformare le cose in fatti concreti e ci vorrà pazienza, penso che comunque, ovviamente, il Catania non è che si sostituisce all'amministrazione comunale, avrà un progetto di riqualificazione che sarà connesso allo sviluppo delle infrastrutture. 

Il concetto di sostenibilità, dipende da come lo si intende. Può essere l'inizio di un percorso virtuoso che possa consentire alla società di essere a perdita zero, perché sappiamo come in C non sia possibile, ma si può rendere più facile la gestione del club dal punto di vista finanziario, del settore giovanile, degli aspetti sociali ed ambientali. Però come in tutte le attività si deve partire dal core business, ovvero la valorizzazione delle proprie attività, che non significa necessariamente ottenere risultati, ma riuscire a creare valore sui giocatori. E per questo serve una identità, un progetto tecnico e giovanile, che permetta di dare continuità sotto il profilo sportivo. In questo senso la scelta dell'allenatore, che io non conosco ma ne ho sentito parlare molto bene, vada in un'ottica di sviluppo di gioco che possa consentire ai giocatori di valorizzarsi. Ci vuole continuità, evitando di stravolgere tutto ogni anno, e qui deve essere la società a fare le scelte. 

Il progetto sportivo era nella fase iniziale, poi chiaramente c'erano le intenzioni di andare con questo percorso. Non dobbiamo confondere il risultato con il percorso, per andare in A non basta spendere o fare rose faraoniche, è il risultato di un lavoro quotidiano, improntato ad una strategia di fondo. Non c'è mai stata l'idea di spendere, spendere, spendere, non si va così in serie A, ci deve essere un investimento in termini di cassa, ma sensato e volto al progetto tecnico. Se non si vince il primo anno, si vince il prossimo. Il classico “all in” di solito non porta da nessuna parte, si guardi ad esempio il Parma che da anni fa rose faraoniche per tornare in A, ma non riesce. 

Non saprei dire se il budget del Catania per i prossimi anni sia quello pensato nel programma iniziale, perché queste cose cambiano nel tempo, ma era previsto per sostenere la squadra fino alla B perché lì cambiano i ricavi, e se si lavora bene in una piazza come Catania si può cominciare a ridurre le necessità di cassa della proprietà, però adesso sinceramente non ricordo i numeri inseriti. Poi penso che i costi e gli sponsor siano molto cambiati, i budget si fanno sulla carta ma si sistemano con il tempo. 

I miei rapporti con il Catania oggi sono ottimi, ci facciamo spesso delle chiacchierate. Nella vita ci si incontra spesso e volentieri, ci si lascia o trova in base alle esigenze. Ci sono persone per bene, serie, motivate. Questa è una garanzia per la città, perché i risultati possono venire o no, la fortuna bisogna crearla e chi lavora al Catania la sta cercando. Quest'anno sarà più complicato perché la C è difficile, il campionato è livellato e costituito da squadre forti, si dovrà combattere e vincerà chi avrà la struttura più solida alle spalle e che saprà superare i momenti difficili. Il risultato è sempre la punta dell'iceberg, nei momenti di difficoltà si capisce se si potrà vincere o meno. I tifosi lì dovranno restare nella direzione della squadra, senza mettere in discussione tutto e tutti".