Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Bari-Catania in numeri. Le statistiche generali e individuali

Il Catania cade a Bari e lo fa con un tonfo che sommato a quello di Lentini contro la Ternana fa davvero rumore, non tanto o non solo per le prestazioni, quanto per gli errori commessi, l'uscita anzi tempo dal campo e le 7 reti subite in meno di quattro giorni da quella che era una difesa apparentemente imperforabile. Un buon Catania nel primo tempo fino al gol di Di Cesare, frutto di aggressività in verticale e difesa solida, salvo poi sciogliersi col passare dei minuti sotto le folate offensive dei pugliesi e alle mosse di Auteri. I numeri del match raccontano di una squadra che ha tirato in porta per 10 volte, ma ben 6 tentativi (i più pericolosi) erano arrivati nella prima frazione, e che ha mantenuto il possesso palla per 17 minuti, denotando una percentuale bassa rispetto al Bari che ha sviluppato un maggior possesso nella metà campo avversaria. Individualmente le statistiche mettono in risalto la performance di Michele Emmausso che, per quanto a volte poco concreto è sembrato l'unico in grado di collegare bene centrocampo ed attacco e fornire spunti per la fase offensiva. 25 palle giocate, 3 tiri e 5 dribbling riusciti per un giocatore che maturando ancora un po' potrebbe diventare importantissimo nello scacchiere tattico di Raffaele, specialmente se nelle condizioni di poter dialogare con più compagni in zona avanzata, e magari colleghi di reparto tecnicamente validi come Reginaldo e Piccolo. Male, invece le corsie dove Calapai da esterno ha effettuato appena tre cross, uno dei quali comunque decisivo, mentre dall'altra parte Pinto ha evidenziato difficoltà in fase di non possesso con Antenucci che nel secondo tempo proprio nella sua zona è andato a nozze. Ultimo focus, infine, sul reparto difensivo che sembra avere  un'identità con i tre perni in campo ed una esplosione di fragilità quando ne viene meno anche solo uno. Con il trio al completo, nel primo tempo, tutto è filato liscio fino al gol di Di Cesare, causato da una dormita generale, con Izco fuori posizione per via di un pressing errato e costretto a rincorrere e Maldonado lento a chiudere e ingenuo nel concedere il centro dell'area. Fino a quel momento Claiton aveva messo a referto 7 chiusure pulite annullando Antenucci, Silvestri aveva controllato con ordine la sua zona e Tonucci aveva stretto i denti. Nella ripresa la trasformazione e gli errori individuali con l'autogol e le disattenzioni che hanno riportato la testa alla gara con la Ternana. Dopo 6 giornate, solidità e fragilità sono state palesate in egual misura, adesso starà a Raffaele cercare di far predominare il lato più nobile della sua fase difensiva.