Dalle manifestazioni al clima elettorale. Le diverse strategie in attesa della decisione
In un momento in cui tutta Catania aspetta semplicemente il pronunciarsi del Comune in merito alle manifestazioni pervenute, è doveroso analizzare la reazione degli stessi imprenditori e della piazza in una settimana piena di avvenimenti. Partiamo dalla tifoseria etnea. È innegabile che gran parte della città si sia già schierata e anche le bancarelle si stanno attrezzando con le bandiere australiane. Pelligra è il favorito di un'ampia fetta della città che, pur non avendo letto il business plan, ha strizzato l'occhio ad un'evidente forza economica e al curriculum del professionista incaricato: Dante Scibilia. Attenzione però perché propendere per qualcuno non deve però voler dire denigrare gli altri progetti.
Passiamo agli imprenditori o ai loro rappresentanti. È evidente la diversa natura delle strategie e la deriva propagandistica scaturita probabilmente proprio dalla posizione di forza degli australiani. Nomi tirati in ballo, ruoli ufficializzati senza avere ancora il possesso del titolo sportivo, e aspre critiche o insinuazioni nei confronti dei competitors. Era tutto già premeditato oppure le strategie sono cambiate? Non possiamo dirlo, ma praticamente siamo in piena campagna elettorale dove tutto è ammesso per recuperare il gap.
Certamente può essere utile sapere alcuni nomi di professionisti, ma se non si spiega la componente societaria della costituenda e il business plan, tutto diventa di secondaria importanza. Giovannone è stato l'unico ad aver voluto mostrare piano quadriennale sportivo e imprenditoriale, esponendosi anche alle critiche, mentre gli altri hanno preferito aspettare. In mezzo c'è il Comune che è a conoscenza della preferenza della piazza ma non può farsi influenzare oltremodo, visto che solo l'amministrazione è realmente a conoscenza dei vari progetti, con i loro pregi e limiti.
Ancora qualche giorno d'attesa e poi tutto sarà definitivamente chiaro, nel frattempo si può essere soddisfatti dell'interesse dei cinque gruppi, senza denigrare né ringraziare in maniera ossequiosa