Catania, la sua serata, la semplicità del calcio
Il desiderio di vivere serate da brividini, quelli colorati di calcio e d'amore. Perché quale può essere la massima ambizione per la Catania rossazzurra, se non quella di creare atmosfera di attesa in città, voglia di esserci quando conta?
Spesso si corre il rischio, tra analisi attente, osservazioni, conferenze, di dimenticare quanto quello del pallone sia un movimento culturale semplice. Uno sport, che per quanto sia cambiato in 100 anni di storia, è sempre stato e sempre sarà, semplice.
E allora se la godano, stasera, i 20.022 del Massimino. E i molti di più sparsi davanti alle TV di tutta Italia. I tifosi tifino, le famiglie sugli spalti restino incantate, i giornalisti raccontino: tutti con la stessa leggerezza e spensieratezza di un momento che non divide, in 90' (o magari di più) visti allo stesso modo sia dagli occhi di un bambino che magari di un veterano di campo. Ma soprattutto, se la godano i giocatori in campo: abbiamo scritto infatti 20.022 non a caso. Sì proprio quelli che scenderanno sul verde con calzoncini e scarpette, a raccogliere le urla di uno stadio. Siano inclusi anche loro, perché non può esserci pressione in chi rappresenta qualcosa capace di unire. Unire per davvero. Siano leggeri di fronte alla voglia di calcio, non oppressi dal dover "fare a tutti i costi", in una serata dedicata anche a loro; provino ad essere positivamente, spensieratamente, concentrati dinanzi alle difficoltà avute in stagione, superabili almeno per una notte: perché comunque vada, questa notte non cancellerà un 15° posto in classifica o un gol da centrocampo di Chiricò. Non metterà da parte decisioni difficili da interpretare della società, o la soddisfazione per aver battuto una capolista. Siano tutti gioiosi, perché qualunque cosa accada, almeno una piccola parte di questa cosa difficile da spiegare chiamata calcio, riunendo migliaia e migliaia di cuori sotto uno stesso tetto, avrà comunque vinto. E al di là di problemi legati alla programmazione o al recente passato, dovrà pur significare qualcosa.