Top Player: Alessio Castellini, il bello di notte...e di giorno
Sta diventando sempre più complesso analizzare lucidamente le sue prestazioni, di un giocatore giunto alla quarta nomina come migliore in campo in questa stagione. Alessio Castellini, dopo aver scalato le gerarchie nel Catania, sta scalando quelle nel cuore dei suoi tifosi: contro il Rimini un'altra prestazione da incorniciare, e fa il paio con l'altra bella notte che ha visto gli etnei vincere sulla Juve Stabia grazie alla sua doppietta.
A pensarci bene, sono 5 le reti messe a segno dal ragazzo in questa stagione, tutte arrivate sotto la luna, a cui si potrebbe aggiungere il rigore trasformato nella lotteria contro il Crotone, sempre in coppa. Ieri parte un po' a sorpresa da difensore centrale insieme a Monaco, con il compito di marcare una punta come Morra da 16 gol in stagione: nessun problema, sicurezza, 5 contrasti vintif e gioco d'anticipo con la solita eleganza. Perché Castellini è un difensore elegante, unico nel suo genere, merce rara in C. Poi passa a fare il terzino sinistro, dove viene impiegato più spesso, e nella sua mente non cambia nulla: altra forza del numero 27 ormai lapalissiana, ha una testa difficilmente va in difficoltà quando deve alzare il tiro. Lì da tenere d'occhio c'è adesso Lamesta, che i pericoli effettivamente continua a crearli e va via in 2 occasioni: qui emerge che nell'uno contro uno da terzino può ancora migliorare tanto. Poi arriva il gol, quando mezzo Catania era impegnato a protestare per un intervento su Cianci: Vanigli dietro di lui urla all'arbitro, ma l'ex Brescia stoppa il pallone di destro controllandolo alla perfezione e scaglia un tiro di sinistro (siamo sicuri sia il piede debole?) imparabile da 25 con la lucidità di uno a cui la C potrebbe cominciare a stare come un vestito di quando si era piccoli. Strettino. Il Catania se lo gode, lo considera un capitano vero e proprio, osserva il suo tenero imbarazzo quando gli viene chiesto in conferenza perché ha un occhio nero. È giusto che venga cullato, fatto saltare al centro del campo dai compagni, ma mantenendo tesa la sua corda agonistica, consapevoli che il club ha un piccolo grande tesoro in rosa.