Editoriale: "o di 'Rizzo' o di chiatto"
Il Catania vince pur non giocando in maniera sfavillante, ma prosegue il percorso netto e può lavorare con serenità
Il Catania si impone contro un ottimo Licata e continua il percorso netto che porta la formazione di Ferraro in cima alla classifica. Tutto perfetto, o quasi, perchè se è vero che il copione è sempre quello di un Catania vincente, è altrettanto vero che ieri i rossazzurri non si sono espressi per come potrebbero, rendendo ancor più complessa una sfida già complicata. Non è lesa maestà dire che quello di Licata è stato il Catania meno convincente sotto il profilo del gioco e della personalità delle tre gare fino ad oggi disputate, ma se da un lato tutto ciò preoccupa qualcuno che “attende” le partite contro le squadre più accreditate, dall'altro esalta ancor di più chi sostiene che il Catania è così forte da poter vincere pur non giocando in maniera sfavillante.
Di certo ciò che è estremamente confortante è la sensazione di pericolosità e superiorità dal punto di vista della solidità che il Catania riesce ad offrire in campo, anche contro avversari ben organizzati e propositivi. Dopo i primi minuti di ambientamento, davanti allo “sfogo” casalingo, il Catania ha preso le misure e soprattutto nella prima frazione ogni palla recuperata, gestita, lanciata sulla trequarti ha sempre dato la sensazione di poter rappresentare un pericolo per gli avversari. La vera risorsa dei rossazzurri, però, è una retroguardia che raramente balla evidenziando la difficoltà delle altre squadre di concretizzare, visto che fanno tutto bene fino agli ultimi venti metri, ma poi le gambe iniziano a tremare. Il risultato è che gli avversari per ottenere l'obiettivo devono fare prestazioni disumane, al Catania basta molto meno perchè la base è più decisamente più forte.
Parliamo chiaramente, non si può criticare una squadra che ha messo a referto 6 reti, subendone 2 e ha utilizzato quasi tutti i giocatori a disposizione in rosa senza perdere di vista la vittoria. A Licata Ferraro ha deciso di applicare il primo massiccio turnover stagionale, sia perchè le gare iniziano ad essere ravvicinate, sia per un principio di coerenza perchè se si parla di “tutti titolari” e di assenze di gerarchie sarebbe stato almeno particolare vedere per tre volte consecutive la stessa formazione. Come abbiamo sempre detto: tutti devono arrivare alla stessa condizione psico-fisica, e dunque bene che si sia sfruttata la voglia di Giovinco liberissimo di accentrarsi sulla trequarti; il tatticismo di Palermo e la singola giocata che può fare la differenza di Sarno. Tutti utili alla causa.
Poi ovviamente ci sono gli aspetti da migliorare perchè il Catania deve cercare di non mettersi nelle condizioni di non superare il centrocampo come nel secondo tempo di ieri; di offendere solo con lanci per la sponda di Sarao o di ritrovarsi con Jefferson e De Luca esterni che proprio esterni non sono. Tutti dettagli che Ferraro sicuramente conosce, ma probabilmente oggi la regola è incentrata sul fare punti, creare solidità e poter lavorare sempre meglio. Pensiamo sia questo il principio di base, ma ovviamente i frutti del lavoro devono arrivare il prima possibile per essere ancora più “dominanti”. E' vero, Catania non si accontenta mai, ma è anche questo il bello e il brutto di una piazza passionale e vogliosa non solo di vincere, ma di farlo nella maniera più eclatante possibile per dimenticare in maniera altrettanto netta le umiliazioni passate.