Editoriale: 'quindi si può'... 'quindi si deve'
Voglio rendervi partecipi del primo pensiero che ha attraversato la mia mente dal quindicesimo minuto del primo tempo della gara di Avellino fino al novantesimo, ininterrottamente, e che è rimasto saldo davanti alle elucubrazioni tattiche, all'analisi dei cambi, delle occasioni sprecate e dei minuti finali di sofferenza: "quindi si può". Quindi si può giocare in maniera in maniera autoritaria in trasferta contro una squadra allestita per vincere il campionato; quindi si può indovinare l'approccio e mantenere alto il rendimento per tutti i 90 minuti; quindi si può vedere una splendida azione finalizzata da due catenesi doc; quindi si può offrire un gioco piacevole; quindi si può concludere una giornata di campionato con il sorriso. Una serie di scoperte cognitive che un po' tutti i tifosi rossazzurri speravano di affrontare prima o poi, e che si sono riversate tutte d'un fiato nella miglior prestazione stagionale di un Catania apparso forte e soprattutto consapevole di ciò che dovesse fare sul rettangolo verde.
Tatticamente - Al Partenio il 3-5-2 tanto vituperato da una parte della critica ha funzionato e se sugli esterni ancora qualcosa deve essere perfezionata è stato in mezzo al campo che la squadra di Raffaele, condotta da Cristaldi, ha dimostrato il suo volto migliore. Un inimmaginabile Welbeck, un Rosaia di sostanza ed un Maldonado in partita hanno dato vita ad una gara fatta di corsa, quantità ma anche inserimenti senza palla, e se è vero che il play etneo potrebbe farsi vedere ancora di più, è altrettanto vero che tutto comunque è girato nel verso giusto, permettendo a Biondi di entrare con serenità. Inevitabile conseguenza è stata la giocata 'alla Biondi' che ha deliziato il palato dei cultori. Quattro passaggi di prima frutto di intesa, tecnica e visione di gioco. Il resto lo hanno fatto il 21 e il piccolo grande bomber rossazzurro. Ah, quasi dimenticavo ovviamente anche per Biondi: 'quindi si può'...
L'aspetto che sarà risultato sicuramente strano per tutti i critici feroci delle ultime settimane è che il Catania di ieri era sempre il Catania di Raffaele, con lo stesso 3-5-2, lo stesso Catania che spesso è sembrato privo di sbocco offensivo o non troppo convinto di portare a casa il bottino pieno. Beh la gara del Partenio potrebbe far rivalutare anche il pareggio con la Turris e rende probabilmente ancor più evidente la natura altalenante non solo o non tanto dell'undici etneo, ma di tutta una stagione che intrinsecamente porta con sè il germe della imprevedibilità. Il calo di intensità, di idee e di prestazioni dell'ultimo mese potrebbe essere stato contestuale e fisiologico, oppure no, ma questo lo capiremo solamente dopo alcune controprove rispetto al match di ieri; resta certamente la consapevolezza che qualcosa di bello e di buono c'è nelle potenzialità di una squadra forse fino troppo bistrattata.
Ecco perchè se 'quindi si può' allora ''quindi si deve'. Quindi si deve essere pazienti davanti ad una stagione di transizione e con una rosa buona ma non completa; 'quindi si deve' a volte essere un pizzico meno assolutistici nei giudizi (nonostante il gioco del prendere una posizione a tutti i costi sia il più in voga nella penisola e non solo); 'quindi si deve' essere consapevoli che ci saranno altre partite difficili, ma soprattutto 'quindi si deve' essere fiduciosi in primis perchè il Catania ancora esiste e poi perchè alcune soddisfazioni, seppur forse non indimenticabili, questa stagione può riservarle. Una fiducia che parte dal campo ma va a finire nell'extra campo dove dicembre sarà pieno di stelle e strisce, con Tacopina pronto a rilevare il club e portare oro, giocatori e sogni da concretizzare, per la mirra e l'incenso si attrezzerà, ma anche una stabilità di programmazione che serve assolutamente alla piazza. Si deve e si può, si può e si deve...ognuno faccia la sua parte, le soddisfazioni prima o poi arriveranno...