Editoriale: "questione di cinismo"
Un Catania sprecone viene graziato nel finale dal Real Aversa in inferiorità neumerica
Il Catania vince, con una sofferenza e pericoli eccessivi nonostante la superiorità numerica e la differenza di rosa, ma vince, ancora grazie ad un piazzato e ancora grazie ad uno dei simboli di questa stagione: Francesco Rapisarda. Un risultato che gira intorno ad un semplice concetto: il cinismo, quell'oggetto misterioso che entrambe le squadre non hanno mai visto in una gara piena di errori sotto porta con attaccanti dalle polveri bagnate. I rossazzurri devono ringraziare Gassama, applaudito all'uscita da un Massimino felice di essere stato risparmiato per due volte, ma anche fare ammenda per le tante occasioni sprecate nei primi sessanta minuti.
Si vive su questa piacevole altalena tra la dolcezza della dodicesima vittoria, l'ottava in casa ed una fenomenale imbattibilità; e la sensazione che si potrebbe fare sicuramente qualcosa di più. Nelle ultime settimane (eccezion fatta per la “non gara” di San Cataldo) i rossazzurri sono apparsi sottotono e imprecisi, e nonostante con l'Aversa si sia cercato di dare ritmo e si sia visto qualcosa di interessante nei primi 60 minuti, è incredibile ciò che è successo negli ultimi venti. Al Massimino in superiorità numerica e in vantaggio di misura, da corazzata quale sei non puoi concedere tre nitidissime occasioni da gol, sia perchè vuol dire che la gara non era stata chiusa col raddoppio, sia perchè gli orrori in non possesso sono stati decisamente gravi.
Paura, condizione fisica, lampadina che si spegne? Chissà, ma in ogni caso bisogna riflettere. Secondo il mister la squadra oggi è all'80% del suo potenziale, ma certamente è inusuale il fatto che quando si trovava al 70% riusciva ad inanellare vittorie roboanti e più convincenti, mentre con il passare del tempo le prestazioni sono diventate inversamente proporzionate alla percentuale. Di buono c'è comunque che il Catania è riuscito a sbloccare una partita su calcio piazzato, la quinta volta in stagione; c'è l'impegno e la determinazione; ci sono le occasioni create grazie a trame interessanti; ci sono le prestazioni di De Luca e Forchignone (tra pregi e difetti uno dei più attivi); c'è la pericolosità di Jefferson, ma tutto viene vanificato senza il sopracitato cinismo.
Nello sport, come nella vita, si deve sempre cercare di migliorare e curare ciò che non funziona perfettamente. E' ovvio che fare ciò con una base di partenza così solida come quella rossazzurra grazie ad 11 punti di vantaggio e a una rosa importante è decisamente più facile, ma bisogna comunque farlo. Il Catania lo sa, lo hanno detto i giocatori e lo ha ribadito il mister, sempre senza ansia e degenerazione in insicurezza e critiche esagerate. Migliorare per essere più sereni ed impedire a qualunque squadra in inferiorità numerica o meno di poter anche solo pensare di impensierire Bethers.