Catania-Palermo: cuore e testa più di ogni altra cosa
Catania e Palermo vivono già da qualche giorno l'aria di derby, una brezza che nelle due città era percepibile ancor prima dell'ultimo turno di campionato che però, soprattutto in casa rosanero, ha portato enormi scossoni con il benservito a Boscaglia e la panchina affidata al suo vice. Come avvenuto all'andata, dunque, anche l'avvicinamento al match di ritorno è assurdo e pieno di punti interrogativi, con il Palermo reduce da un periodo complicato culminato nelle ultime due sconfitte consecutive, ed il Catania affetto da una pareggite figlia della condizione fisica non ottimale e di qualche errore individuale. Sette sono i punti che distanziano in classifica le due squadre (9 quelli effettivi vista la penalizzazione degli etnei), ma ciò che più interessa in vista della gara di domani è l'aspetto tattico e quello mentale su cui i due allenatori stanno lavorando.
In casa Palermo è difficile pensare che Filippi possa rivoluzionare le idee di quello che fino a pochi giorni fa è stato il suo punto di riferimento, e dunque molto probabilmente si affiderà ancora al 4-3-3, cercando la superiorità numerica in mezzo al campo dove Luperini potrebbe essere l'ago della bilancia, e sfruttando l'uno contro uno sugli esterni con il rientro di Kanoutè in forse dopo l'esclusione a causa del litigio con Almici. Di contro, Raffaele potrebbe decidere di ritornare alla difesa a tre per serrare le maglie cercando di compattare un reparto che ha evidenziato qualche difficoltà, e che dovrà vedersela contro un avversario di tutto rispetto come Lucca. Il 3-4-3 è lì all'orizzonte, ma bisognerà capire a che livello è il carburante di Pinto che nelle ultime giornate ha spinto davvero poco, e soprattutto quale potrà essere l'apporto degli attaccanti. Le condizioni fisiche di Golfo e Di Piazza non sono ancora ottimali ed ancora non è stata offerta la giusta continuità di rendimento, ma l'ex Juve Stabia dal primo minuto e Di Piazza a gara in corso sono i giocatori che possono far saltare il banco grazie alle loro caratteristiche. Poi c'è l'usato sicuro Sarao e un Russotto tirato a lucido a Vibo, ma sotto la lente di ingrandimento a causa dell'incognita delle due gare ravvicinate.
Tutti questi ragionamenti ed ipotesi tattiche però in realtà sono davvero relative. In una partita come quella di mercoledì sera non sarà tanto l'assetto o l'impostazione strategica a decretare un vincitore, ma saranno semplicemente il cuore ed il coraggio. Catania e Palermo sanno qual è la posta in palio perchè una vittoria o una sconfitta condizionerebbero inevitabilmente tutto il mese successivo (e non solo); e sanno anche che senza intensità e fame queste partite non si possono vincere. I rossazzurri lo hanno vissuto sulla loro pelle nella gara d'andata, quando la reazione nella ripresa ha solo in parte evitato critiche feroci ma ha reso necessarie diverse prestazioni positive per far dimenticare l'amarezza di quella serata. La testa e il cuore dovranno andare di pari passo, riuscendo a scacciare i pensieri negativi degli ultimi giorni e facendo ricorso a tutte le energie a disposizione, il resto come sempre verrà determinato dagli episodi.