Editoriale: l'ora della speranza
Nel calcio c'è un tempo per tutto, un tempo per le critiche, un tempo per le riflessioni, ed un tempo per gli applausi e le speranze. Il Catania e la Catania calcistica stanno vivendo proprio quest'ultimo periodo perché a prescindere dal risultato finale ciò che si è visto in campo contro il Catanzaro sotto il profilo della voglia, dell'impegno e della personalità non può che far avvicinare chi guarda a chi corre, uniti dall'unica sofferenza causata da una pressione costante che per troppe volte non si è materializzata in rete, ma che ha lasciato comunque spazio ad un senso di soddisfazione.
Il Catania c'è, è una squadra compatta e fatta di uomini. Zero saltimbanchi, tanti corridori, tutti combattenti che davanti agli errori, come quelli numerosi nel primo tempo in fase difensiva, non si sono scoraggiati ed hanno mantenuto il pallino del gioco impedendo ad un avversario di rispetto di rendersi pericoloso per tutto il secondo tempo. Bisogna riflettere però sul fatto che questi uomini sono gli stessi che hanno sbagliato incredibilmente, tra le altre, l'approccio nel derby, e allora cosa è cambiato? Semplicemente è stato intrapreso e ormai ben avviato un percorso, un viaggio attraverso difficoltà fisiche e non solo, affrontato con una guida solida e dotata di grande lucidità che ha ricercato, e adesso definitivamente trovato, i punti di riferimento da tenere ben presenti in questa stagione.
Questo è il Catania di Raffaele, forse non si esprime esattamente come vorrebbe il suo tecnico, ma lo spirito e l'atteggiamento sono quelli che hanno sempre contraddistinto le squadre dell'allenatore siciliano. Anche con il Catanzaro, dopo un primo tempo in cui l'attacco avversario della profondità aveva causato evidenti falle, Silvestri e compagni sono riusciti ad alzare la testa dando vita ad una ripresa di dominio quasi totale, con una densità massima nella metà campo avversaria e decidendo a tutti i costi di andare a riprendere una partita che sembrava stregata. Complice dell'ottima ripresa è stata l'intuizione del tecnico ed il passaggio prima al 4-2-3-1, poi al 4-2-4 e poi ancora al 'tutti in avanti'.
Il momento è ovviamente uno di quelli che devono essere assaporati con calma perché i rossazzurri hanno messo a referto l'ottavo risultato utile consecutivo, hanno un feeling splendido con la piazza e soprattutto sembrano esserci ancora dei margini di miglioramento. Come concretizzare questa potenziale crescita? In primis grazie al mercato, con l'acquisto di almemo un giocatore di livello per reparto (forse anche due), cercando di recuperare al meglio gli infortunati e chi come Biondi può essere la pedina più importante in ottica futura. Poi il resto verrà determinato da un'altra certezza derivante dalla società. Bisogna decidere quale sarà il Catania dei prossimi anni, qual è il progetto definitivo a cui appigliarsi dopo la devastazione dell'era Pulvirenti. La trattativa con Tacopina potrebbe chiudersi a breve, se così fosse, potrebbe essere un'ulteriore aggiunta di benzina ad un motore che già è stato rodato, e che adesso deve fare sentire tutta la sua potenza.